Onslaught – Power From Hell

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Negli anni in cui Venom, Bathory, Sarcofago, Possessed e Slayer davano corpo alla più feroce violenza concettuale e musicale fino ad allora udita in ambito metal, ecco sorgere dalle fiamme dell’inferno gli inglesi Onslaught, eredi illegittimi dei gruppi appena citati ed anch’essi fieri portavoce dell’estremismo sonoro ottantiano. La band, capitanata dal chitarrista Nige Rockett e figlia di quel magma socio-culturale che aveva dato origine alla NWOBHM, nasce come gruppo hardcore nei primi anni di quella decade e presto vira verso sonorità di matrice squisitamente thrash, influenzata dall’eco maligna proveniente in egual misura da oltreoceano e dalle lande tedesche. “Power From Hell”, album d’esordio dei nostri, è un disco granitico e quadrato, caratterizzato da una produzione sporca, grezza e polverosa, che ne esalta la matrice dannatamente underground, e da un riffing veloce ed assassino, che deve molto al lavoro di Cronos e compagni. Gli Onslaught sventolano con orgoglio il vessillo della brutalità più ferale e senza compromessi, dando libero sfogo al lato più selvaggio del thrash metal e ad un’attutidine blasfema incarnata in liriche in cui si mescolano occultismo alla buona ed il tipico immaginario dell’heavy metal degli esordi. A parte “Lord Of Evil”, mid tempo cadenzato e roccioso di oltre sette minuti di durata, tutti gli altri pezzi sono tiratissimi e non concedono momenti di pausa all’ascoltatore, scorrendo senza soluzione di continuità tra cascate di blast beats e linee chitarristiche aggressive, travolgendo tutto come un caterpillar pesante ed incazzato. Pur nella sua estrema compattezza – che oggi potrebbe essere interpretata come carenza di originalità (ma non scordiamoci la data di uscita di questo lavoro) – il disco ci regala alcuni episodi particolarmente degni di nota, che possono essere considerati dei veri e propri classici del genere: come l’autocelebrativa title track, vero manifesto espressivo della band; la scheggia impazzita “Thermonuclear Devastation”, nella quale emergono prepotenti le reminescenze punk dei nostri; la poderosa e programmatica “Death Metal” (omonima del praticamente coevo pezzo dei già citati Possessed), che sembra indicare la strada maestra per i futuri sviluppi del metal estremo. Efficacissima la prova dietro il microfono del singer Paul Mahoney, dotato di un’ugola ruvida e demoniaca e di una voce sulfurea che pare davvero provenire dalle più oscure profondità dell’abisso. Pur un gradino sotto rispetto ai mostri sacri del genere, gli Onslaught hanno certamente il loro posto d’onore nell’albo d’oro del thrash metal, di quello più intransigente e caotico, fondamentale per la nascita del death e del black: “Thrashing metal savage screams / Yeah this is hell its not just a dream / Hammers pound at breakneck speed / To crush the souls of those who disbelieve / Onslaught… Power from hell”.

REVIEW OVERVIEW
Voto
80 %
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onslaught-power-from-hellTRACKLIST <br> 1. Damnation / Onslaught (Power From Hell); 2. Thermonuclear Devastation; 3. Skullcrusher I; 4. Lord Of Evil; 5. Death Metal; 6. Angels Of Death; 7. The Devils Legion; 8. Steel Meets Steel; 9. Skullcrusher II; 10. Witch Hunt; 11. Mighty Empress <br> DURATA: 42 min. <br> ETICHETTA: Children Of The Revolution <br> ANNO: 1985