Full length d’esordio per i nostrani Sytry, band che già mi aveva ben impressionato all’epoca del suo debutto nel 2006 con il demo autointitolato. A conferma del buon stato di salute di cui gode la scena trentina (penso soprattutto a gruppi come Near, Votum Deae e Chelmno), probabilmente una delle più ricche ed interessanti a livello nazionale e non solo, questo “Hunger Of Cold Nights” ci propone poco più di mezz’ora di true black metal vecchio stampo, glaciale e sferzante, dalle atmosfere completamente “invernali”. Sotto certi aspetti questo lavoro risulta ancora più compatto, monolitico ed unidirezionale rispetto al suo predecessore, con pezzi furiosi e granitici che si susseguono senza concedere un attimo di respiro all’ascoltatore. L’unica parte rallentata è costituita dal break centrale di “Total War”, suite di sette minuti dall’andamento epico e marziale che rappresenta l’episodio migliore del disco. Per il resto abbiamo a che fare con cascate di blast beats ed un riffing tagliente e assassino, cui fa da degno contraltare lo screaming altrettanto ruvido e demoniaco del singer Lord Morke. Da sottolineare anche l’ottima prova dietro le pelli di Lord Blasphemer, autore di una prestazione senza sbavature e abile nel dettare i giusti cambi di tempo. Principale punto di riferimento compositivo per i nostri restano, come per il demo d’esordio, gli Immortal di “Battles In The North”, ma un’altra importante influenza può essere a mio avviso individuata nei russi Old Wainds. Le liriche, come la musica, sono ispirate alla grandiosa maestosità delle montagne del Trentino e ad un incondizionato amore per la Natura incontaminata di quei paesaggi, cui si contrappone un feroce odio per la meschina piccolezza umana. Ultima nota di merito va alla produzione targata Mago Studio, dal suono potente e cristallino ma mai plastificato o artefatto. “Hunger Of Cold Nights”, pur risultando a tratti forse prevedibile nella sua estrema ortodossia, è un disco che merita senz’altro di essere ascoltato e che dimostra come il black metal “classico”, se riproposto con la dovuta energia e professionalità, possa risultare oltremodo attuale ed in grado di suscitare emozioni profonde in chi ancora si lascia trascinare da un certo tipo di sonorità.
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