Succoso questo split, autoprodotto e distribuito in cento copie numerate a mano, che vede coinvolte due realtà provenienti dal più profondo underground nostrano, sicuramente sconosciute ai più ma a mio giudizio meritevoli di attenzione per la capacità dimostrata da entrambe di declinare, con sfumature diverse, sonorità tradizionali mantenendo un’impronta tutto sommato abbastanza personale. Kolossvs è una one man band di recente formazione, dietro la quale si cela il factotum Helliminator, due decadi fa fondatore del progetto industrial black metal T132, ora defunto. Le due canzoni (più intro) qui proposte sono orientate verso un black metal dalle accentuate sfumature viking, che si nutre di influenze provenienti in egual misura da gruppi come Kampfar, Windir, Vreid e certi Enslaved: melodie dolenti, strutture rocciose nelle quali sono incastonati passaggi più violenti e aggressivi ed altri più riflessivi e malinconici, che possono addirittura sfociare in territori rock o comunque abbastanza lontani dai sentieri più battuti (lo stacco lento iniziale di “Makt” è emblematico in questo senso). Il tutto incorniciato da una produzione per nulla sciatta o approssimativa e da un concept a base di miti e leggende nordiche: il risultato finale è assai godibile; il consiglio potrebbe essere quello di lasciar fluire più liberamente in futuro le istanze creative estranee al black vero e proprio, dando maggior sfogo al piglio in senso lato progressivo che comunque già caratterizza in parte la proposta del nostro, magari proprio sulla scia dei già citati Enslaved.
È quindi la volta di ManoN, moniker ispirato al teen horror del 1996 “The Craft” (uscito in Italia con il titolo “Giovani Streghe”) e alla divinità della natura che le ragazze evocavano nella pellicola per ottenere poteri magici: si tratta anche in questo caso di una one man band, il cui mastermind risponde allo pseudonimo di Albrecht Schwarzimmer. Il progetto in realtà è attivo dal lontano 1996, ha alle spalle un demo (“The Ancient Spirit Of Nature” uscito nel 1999) e un full length (“MMIII Northern Dignity” pubblicato nel 2003), entrambi distribuiti in pochissimi esemplari, ed ora, dopo un lungo iato durato ben quindici anni, torna a farsi sentire con questi tre pezzi di black metal crudo e grezzo, nell’attesa del nuovo album di prossima pubblicazione. Come detto si viaggia nei territori di un raw black metal abbastanza tradizionale, che viene reinterpretato con la giusta dose di cattiveria e cognizione di causa, senza fossilizzarsi eccessivamente sulle medesime ed arcinote soluzioni compositive, anche se i principali punti di riferimento si possono tranquillamente rinvenire in gruppi come Trelldom e Gorgoroth, senza ovviamente trascurare gli onnipresenti ed imprescindibili Darkthrone. Le canzoni, pur avendo inevitabilmente un lieve retrogusto di già sentito, si lasciano in ogni caso ascoltare con piacere, grazie soprattutto ad un guitarwork affilato ed essenziale, che predilige gelidi e sferzanti assalti frontali, dal piglio tipicamente nordico, pur restando ordinato in strutture granitiche, che lasciano anche spazio in alcuni frangenti a variazioni più atmosferiche e a passaggi più malinconici. Concludendo, questo è senz’altro un lavoro onesto ed interessante: tre canzoni a testa per due progetti solisti che dimostrano di avere qualche freccia al proprio arco. Vedremo se le buone sensazioni destate dall’ascolto di questo split saranno confermate in futuro da prove dal minutaggio più consistente.