Giungono al disco della maturazione gli statunitensi Vektor, fautori di un tecno-thrash dalle tinte più nere che mai. A primo impatto i Vektor ricordano i Voivod, per il loro stile sopra le righe che sfocia nel progressive, ma ci sono anche altre influenze tutte ottantiane nello stile della band di Tampa. Nonostante i pezzi siano articolati e suonati con ottima padronanza degli strumenti, i Vektor mantengono un suono di fondo sporco e un andamento sì tecnico, ma allo stesso tempo frontale e grezzo. Qualche riff black è presente, anche perché il concept di “Black Future” è caratterizzato da un sapore disumano e inquietante che si insinua senza pietà nei brani, che comunque per la maggiore mantengono un andamento thrash dinamico e ispirato. La canzone che è maggiormente influenzata dal black è “Deoxyribonucleic Acid”, che si apre con un main riff monumentale e si rivela con una struttura più semplice e lineare rispetto agli altri episodi. I Vektor sono anche una band live, e in questo periodo sono mantenuti sull’onda dall’uscita di questo interessantissimo disco, dotato di molti particolari che si acquisiscono solo con svariate fruizioni, ma che si fa ascoltare con molto piacere, soprattutto per gli amanti di questo tipo di sonorità: dal cantato putrido al riffing distorto al punto giusto e tanti giri ripescati con grande gusto dagli anni ottanta e messi in rapida successione. Consigliati.
Sign in
Welcome! Log into your account
Forgot your password? Get help
Password recovery
Recover your password
A password will be e-mailed to you.