“No Return” rappresenta la seconda fatica sulla lunga distanza per gli svedesi Styggelse, band sulle scene già da diverso tempo da sempre devota ai dettami della più pura attitudine underground. Rispetto al passato nel sound dei nostri rimane prevalente l’influenza del più classico black metal di scuola svedese (Marduk su tutti) così come di certo feroce black metal di estrazione tedesca – di quello che bada specialmente a spazzare via ogni cosa (e penso soprattutto agli Endstille) – e quindi ampio è lo spazio concesso alla violenza ferale, alla brutalità iconoclasta ed alla velocità d’esecuzione. Su questo canovaccio il gruppo riesce però ad innestare con buona efficacia sporadiche variazioni sul tema, riprendendo svariate suggestioni che vanno dal thrash teutonico dei primi Kreator, al death melodico dei Dismember, all’heavy/speed metal ottantiano e scongiurando così l’effetto noia che è sempre in agguato in dischi di questo genere. Il risultato finale è una sorta di war black metal atipico, che si esprime al meglio quando i nostri lasciano libero sfogo al proprio istinto belluino – tuttavia sempre accompagnato da un’ottima tecnica esecutiva – e si producono in assalti frontali che non fanno prigionieri, come nell’opener “Ironstorm” (che davvero non avrebbe sfigurato su un “Panzer Division Marduk”), nella terremotante sfuriata “Wartimes” e nella distruttiva “Du Ska Dö Ikväll” , dove il gruppo dimostra di saperci fare anche correggendo leggermente il tiro e rallentando lievemente il ritmo. Il cantato sguaiato ed urlato completa il quadro di un album che fa della compattezza e dell’impatto devastante le sue armi migliori ma che non è scevro da altri spunti di interesse che mettono in mostra il buon bagaglio tecnico della band. Consigliato se volete annichilirvi con una mezz’ora scarsa di pura distruzione sonora, resa con intelligenza esecutiva e precisione chirurgica.
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