Di sicuro a tutti noi è capitato di intraprendere una relazione, sentimentale o di semplice amicizia, e dopo qualche tempo interromperla per via di incompatibilità caratteriale. Magari, al momento della rottura, soprattutto nei casi delle relazioni sentimentali, una delle due parti proponeva: “riproviamoci, vedrai che cambierò”; e il tutto si traduceva con un nulla di fatto. Ebbene, in realtà è molto più semplice migliorare ma non cambiare. Stesso discorso vale per i veterani del metallo nero americano Black Funeral. Loro no, non cambiano. Da oltre vent’anni il sound dei Black Funeral è marcio, impestato e letale, sembra che provenga da un loculo tanto il suono è becero e rimbombante; se ne fregano della tecnologia e di migliorarsi sia musicalmente che tecnicamente, per loro la coerenza viene prima di tutto. E’ ovvio che per accettare un compromesso simile bisogna essere dei fanatici della band oppure, come il sottoscritto, che non fa parte della predetta categoria, rispettare la coerenza e l’abnegazione alla causa di questi oscuri e disturbati individui.
Vampirismo, misticismo, blasfemia, quale è la causa dei Black Funeral, tuttavia? Tutte queste e nessuna. Loro vogliono solo essere più putrefatti possibile e ascoltando questo nuovo ep non posso che darne atto. Baron Drakkonian Abaddon (all’anagrafe Michael Ford) è un tipetto senza fronzoli, semplice e alla vecchia, non gli piace cambiare, pertanto pure in questo “The Dust And Darkness” (da notare pure il titolo originalissimo), non modifica la sua ormai rodata proposta di matrice raw black metal, con contaminazioni più ambient come tastiere o bonghi tribali. Ed è proprio con dei simpatici bonghetti da rito voodoo che inizia questo breve mcd, che a condimento di una breve intro danno il via al più classico dei classici riff mid tempo utilizzati nel black metal più oltranzista, per poi sfociare in una funerea accelerata che pare telefonata tanto è prevedibile. Di queste tre songs più un’outro strumentale posso dire che spicca “Chemosh Of The Dust And Darkness”: gran prestazione e dimostrazione di come si suona un ottimo black metal ortodosso con fortissime venature melodiche al limite del drammatico. Come sempre un appunto va fatto alla produzione, pessima come ogni album dei nostri, se non peggio.
Purtroppo questa ricorrente scelta peggiora il risultato finale anche questa volta e ,considerati i mezzi che chiunque ha a disposizione oggi, questo prodotto risulta essere al limite dell’inascoltabile per quanto il sound diventa persino fastidioso, recando una difficoltà non da poco nel riuscire a distinguere la batteria, sovrastata dagli altri strumenti, ed il tutto è stato equalizzato malissimo al limite della totale confusione sonora. Un vero peccato perché i pezzi proposti da Baron sono di buona fattura; stiamo comunque parlando di black metal ancestrale e primitivo senza fronzoli, ma se solo ci fosse la volontà, perché è di questo che si parla in fin dei conti, di produrre il proprio materiale a livelli, non dico ottimali, ma anche leggermente superiori, staremo raccontandoci tutt’altra storia. Pertanto, tornando al discorso iniziale, se una relazione funziona, allora è tutto ok, ma se cercate di voler cambiare qualcuno, cambiate strada; in questo caso, se mai avete apprezzato i Black Funeral passate dritti, di corsa! Credo proprio che a Mr. Baron Drakkonian Abaddon non lo cambieremo mai! Prendere o lasciare, a voi la scelta!