L’Ordre Du Temple è una one man band veneziana che rilascia questo “In Hoc Signo Vinces” in una prestigiosa edizione in formato digibook limitata a mille copie, molto curata e raffinata. Oltre a questo formato, che è quello in mio possesso, l’album è uscito anche su cassetta, per la gioia degli estimatori del fascino della tape. L’uscita contiene due capitoli: il primo racchiude cinque brani inediti, mentre il secondo i tre pezzi già usciti in uno split del 2006 intitolato “Tripudium”. Direi che posso definire la proposta come musica ambientale dal sapore medievale, per ben inquadrare la reale forma della musica contenuta in questo “In Hoc Signo Vinces”. L’andamento è marziale, avvolto da suoni dal sapore sognante ed epico, che accompagnano il cantato, generalmente in uno screaming poco invadente. E’ interessante l’uso del dialetto veneziano e del latino, oltre all’inglese. Il piglio del cd è maestoso e passa dal sapore belligerante ai risvolti gioiosi conferiti dalle musiche folk, che spezzano l’avanzata regale dell’opera. Considerando il genere proposto, abbastanza ostico, devo dire che il disco scorre piacevolmente, mostrando una buona capacità nel sintetizzare delle sensazioni così cariche di pathos, che si sviluppano con una tranquillità disarmante. Le differenze tra i due capitoli sono sostanziali. Mentre nella prima metà il suono è pulito e la componente ambient prende il sopravvento su quella strumentale, nella seconda parte la musica assume una lontana forma orientata verso un approccio black metal, mantenendo comunque i proprio connotati tipici. E’ questa una parte decisamente più ruvida e d’impatto (forse anche malinconica), della quale si sentiva il bisogno successivamente all’ascolto dei primi brani. Insomma, questa uscita mostra varie sfaccettature e complessivamente è ben strutturata e in grado di mostrarci il valore di questa nuova e particolare entità nostrana. Dategli un ascolto.
