Immortal – All Shall Fall

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Il ritorno degli Immortal era una delle attese più grandi dello scorso 2009. “All Shall Fall” giunge a ben sette anni di distanza dal suo predecessore, quel “Sons Of Northern Darkness” che ci aveva lasciato gli Immortal in splendida forma. C’è da ricordare l’album degli I, “Between Two Worlds”, uscito nel 2006 con quella super-formazione che includeva Ice Dale (Enslaved), King (ex Gorgoroth), Armagedda (ex Immortal) e ovviamente Abbath, che sicuramente faceva notare una somiglianza marcata col sound degli Immortal ma, a livello compositivo, si concedeva soluzioni epiche molto alla Bathory. E’ proprio con questo appunto che affrontiamo la recensione di “All Shall Fall”, perché il disco è molto più vicino agli I che alla fatica degli Immortal di sette anni fa. I pezzi hanno maggior respiro, Horgh alla batteria non è mai utilizzato al massimo delle sue possibilità, anche in termini di velocità, e la linea melodica è ricercata spesso e volentieri. L’opener, ascoltata attentamente, sembra molto vicina a “Withstand The Fall Of Time” (da “At The Heart Of Winter”), in quanto ha un main riff molto simile a quello di questa vecchia e famosissima canzone targata Immortal. Dunque gli Immortal si alleggeriscono, prima di tutto, dal sound granitico e gelido che li contraddistingueva nell’ultimo periodo prima della pausa, livellandolo in maniera evidente verso lidi più epici ed in parte easy listening (e non è necessariamente un difetto). Dopo l’opener, “The Rise Of Darkness” ha un bel riff ed un ritornello che si memorizza facilmente, e risulta complessivamente un buon pezzo, godibile. Al basso c’è Apollyon (in forza agli Aura Noir), anche se il risultato è abbastanza anonimo nel senso che la sua prova è nella media, senza infamia e senza lode. L’album scorre prendendo un’inclinazione maggiormente epica di canzone in canzone, con buoni pezzi che si susseguono, presentando però sempre il problema della troppa “leggerezza” e della sensazione di già sentito, come se la band riciclasse un po’ sè stessa. Resta buona la prestazione di Abbath alle vocals, come da aspettativa. Da segnalare “Unearthly Kingdom”, lunga ed epica canzone conclusiva dell’album, che si trascina lenta e poi guadagna dinamicità, mantenendosi interessante e coinvolgente per tutto il suo abbondante minutaggio. Concludendo, gli Immortal sfornano un disco buono, anche se sinceramente dopo sette anni di silenzio mi aspettavo molto di più. Il loro sound ha perso quasi completamente il piglio black metal degli esordi, a favore di un viking/thrash non sempre brillante (ma c’è anche da riconoscerlo, a volte geniale). Inoltre le parti melodiche sono diventate molto marcate all’interno dell’album. Tra questi alti e bassi comunque giudico “All Shall Fall” interessante anche se non determinante nella discografia dell’ensemble norvegese. Speriamo di non dover aspettare troppo tempo prima di un’altra uscita targata Immortal.

REVIEW OVERVIEW
Voto
70 %
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immortal-all-shall-fallTRACKLIST <br> 1. All Shall Fall; 2. The Rise of Darkness; 3. Hordes to War; 4. Norden On Fire; 5. Arctic Swarm; 6. Mount North; 7. Unearthly Kingdom <br> DURATA: 40 min. <br> ETICHETTA: Nuclear Blast <br> ANNO: 2009