“Misanthropic” è il full d’esordio per Original Sin, one man band cinese, che è arrivato a noi leggermente in ritardo rispetto alla sua data d’uscita. In realtà c’è da dire che all’epoca della realizzazione di questo cd la band era formata da due elementi, il bassista però ora ha abbandonato il progetto, e qui non lo sentiamo nemmeno all’opera con le “quattro corde”, ma soltanto nelle vocals della sesta traccia. Mettendo da parte pregiudizi inutili rispetto alla provenienza del cd, dico che questo disco ha delle buone caratteristiche, sicuramente da non sottovalutare. Si respira da subito, ascoltando “Misanthropic”, un alone oscuro e convincente, figlio di una produzione azzeccata, decisamente, che ricorda bands come Abyssic Hate o Xasthur, per suoni ed emozioni evocate. Gli Original Sin fanno depressive, ma non di quello esasperato, per fugare ogni dubbio circa questa possibile inclinazione, ma piuttosto debitore ad un black metal primordiale con venature malinconiche, che non sfociano mai nella disperazione più totale, ma che, come nei Leviathan ad esempio, si immergono in oceani orrorifici e anche spettrali, con la presenza di sporadici inserti di tastiera, davvero marginali ma efficaci. Vocals filtrate, riffing affossato e drumming lontano, che cade come neve, ma indiavolato, sono alcune delle peculiarità del suono caratteristico targato Original Sin. Sono proprio i momenti più tirati, quelli in cui viene ripreso l’insegnamento dal black norvegese degli anni novanta, quelli che risultano più brillanti. Sono anche presenti episodi più rilassati e desolanti ma spesso non sembrano convincenti e peccano in personalità. A metà disco troviamo una cover di Burzum, e non scopro niente constatando quanto ci stia bene, in quanto stilisticamente segue direttamente alcuni tratti delle composizioni dei nostri. Giusto le vocals qui sembrano un po’ sottotono, ma è un particolare veniale dato che in una one man band c’è sempre qualche particolare che non brilla come gli altri. E’ prevedibile. Purtroppo il disco nella sua seconda metà si fa un po’ monotono, non riuscendo a suggellare un inizio davvero sorprendente. Resta però la bontà della proposta nella sua totalità, e non posso che consigliarla agli estimatori delle bands che ho citato sopra; in questo caso, la decadenza non ha frontiere…
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