Veles – Night On The Bare Mountain

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1965

“Night On The Bare Mountain” rappresenta l’esordio sulla lunga distanza per i Veles (dopo il demo “The Triumph Of Pagan Beliefs”, pubblicato nello stesso anno), band storica dell’underground polacco, tutt’ora in attività e capeggiata dal mastermind Blasphemous, che si avvale di volta in volta di guests musicians, con la presenza fissa alle tastiere di Rob Darken, personaggio che non ha certo necessità di presentazione alcuna. La musica proposta in questo lavoro, da tempo divenuto di culto per il suo oggettivo valore e per la sua difficile reperibilità, è un superbo esempio di black metal dalle forti tinte pagan, caratterizzato da quelle atmosfere magiche ed oniriche che sono esclusivo appannaggio dei gruppi provenienti dall’Europa dell’Est. L’immagine raffigurata in copertina – un’oscura foresta popolata di licantropi, nella quale si celebrano riti sacrificali alla pallida luce della luna – è la perfetta trasposizione visiva della musica notturna e ritualistica dei Veles, che richiama in egual misura i Behemoth di “From The Pagan Vastlands”, i Nokturnal Mortum di “Lunar Poetry”, gli Ulver di “Nattens Madrigal”, oltre che naturalmente i primi Graveland. I testi sono sospesi a metà strada tra la rievocazione dell’antico orgoglio pagano, cui fa da contraltare il mai sopito desiderio di vendetta nei confronti degli usurpatori cristiani, che sembra però confinato alla dimensione del sogno e del mito (“Living In The Dream Where Everything Is Possible / I Prepare The Army Of Nothingness / We Can’t Wait So Long”), l’esaltazione di onnipotenza (“We Are Not Mortal… / We’re Always Lived In Darkness! / We Are Not Weak… / Now United We Pay The Homage / To Paganism And Our Existences!”) e la deriva fanatica (“Dream About Power Of The White Race / Dream About Superiority Of The Master On The Icy Throne / The Black Forest Welcomes Me / As A Wolf Hungry For The Blood…”). La musica è un connubio impuro tra la violenza propria del black metal di scuola nordica e l’aura melodico/misticheggiante tipica della scena esteuropea, con un tocco folkish reso senza ricorrere all’utilizzo di strumenti tradizionali. L’impatto emotivo dei pezzi e la loro forza evocativa rendono questo disco memorabile, degno di essere considerato un classico. Molti sono i picchi compositivi: la malinconica e gelida “The Winter Mourning”, spezzata da un arpeggio di chitarra tanto semplice quanto struggente; “A Dark Dream”, dove il riffing criptico e severo accompagna col suo gracchiare i deliri lirici; “My Bloodthirst (The Horrorstorm)”, nenia dal feeling grigio ed autunnale, rotta da un chorus marziale dominato da percussioni registrate a volume molto più alto degli altri strumenti; la malefica “Born Of Darkness”, breve poesia demoniaca incastonata tra un’intro ed un’outro dal sapore malignamente tribale. Anche se le strutture dei brani si reggono soprattutto sul lavoro della chitarra e sullo screaming raggelante e mortifero di Blasphemous, non è da trascurare la tessitura dei synth, assoluti protagonisti degli intermezzi ambientali (“The Final Battle”) ed essenziali nel conferire al ogni passaggio quell’afflato epico che è l’elemento vincente dell’album. Un capolavoro dell’old style pagan black metal che, ascoltato oggi, fa ancora correre i brividi lungo la schiena.

REVIEW OVERVIEW
Voto
85 %
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veles-night-on-the-bare-mountainTRACKLIST <br> 1. Night On The Bare Mountain (Intro); 2. The Winter Mourning; 3. A Dark Dream; 4. The Final Battle; 5. Majesty Of War; 6. My Bloodthirst (The Horrorstorm); 7. Born Of Darkness; 8. My Pagan Fatherland (Evil Power's Night); 9. Forest Of Horrifying (Outro) <br> DURATA: 35 min. <br> ETICHETTA: No Colours Records <br> ANNO: 1995