Veles – Black Hateful Metal

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1954

A due anni di distanza dalla pubblicazione del folgorante debutto “Night On The Bare Mountain”, i polacchi Veles tornano alla carica con “Black Hateful Metal”, secondo album dal titolo programmatico, che già esplicita gli intenti della band. Metallo nero carico di odio: è questo ciò che Blasphemous, mastermind del progetto, vomita sull’ascoltatore, letteralmente travolgendolo con una colata di autentica e tangibile malignità in musica. Il concept dei Veles rimane il medesimo; cambiano invece le coordinate stilistiche. I tratti essenziali del Veles-sound restano ben riconoscibili (primo fra tutti l’afflato paganeggiante e quel mood così squisitamente esteuropeo) ma il tutto viene rielaborato secondo gli stilemi di un true black metal grezzissimo e gracchiante, caratterizzato da un riffing monocorde, serrato e criptico (sulla falsariga di gruppi come Necrofrost o primi Mutiilation e Darkthrone del periodo “Transilvanian Hunger”) e da una registrazione decisamente cacofonica ed amatoriale. Il risultato finale è un concentrato di pura arroganza, che non rifugge però da alcuni passaggi dal sapore vagamente sperimentale, nel senso che questo termine può avere in riferimento ad esempio ad un disco dei Black Funeral. Preceduta dall’epicheggiante intro “The Triumph Of Pagan Beliefs”, l’opener “The Dawn Of The New Empire” è un perfetto esempio di quanto appena detto: retta da un solo marcissimo riff è tagliata in due da uno squarcio folk e marchiata a fuoco da uno screaming raggelante e demoniaco, che pare provenire dalle profondità dell’oltretomba. Costruita allo stesso modo ed altra punta di diamante dell’album è la title track, pezzo possente ed assolutamente monolitico, vero inno all’oscurità più densa della notte (“Endless Night / Blood On Mouth / Bloodred Moon / At The Sky / Forest Around Us / Prime Home Of Cursed Souls / Black Hateful Metal”). “Broken Cross” è una feroce imprecazione anticristiana, dove il titolo viene ripetutamente urlato con voce iper filtrata, come un mantra violentissimo. Le atmosfere più cupe e notturne del primo disco si respirano ancora nell’avvolgente “The Spirit Of Ancient Europe” e nella furiosa ed incalzante “Millennium Of Disgrace”, nelle quali si manifestano nuovamente lo spirito guerrafondaio del gruppo e la rievocazione delle antiche tradizioni pagane da opporre alla decadenza del cristianesimo (“We Stand By Your Side, Warrior Pride Is What Leads Us! / Loyalty Is Our Honour Loyalty To Your Blood”). Chi ha amato “Night On The Bare Mountain” non farà fatica ad apprezzare questo superbo successore, perla nerissima di puro ed incontaminato metallo nero.

REVIEW OVERVIEW
Voto
80 %
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veles-black-hateful-metalTRACKLIST <br> 1. The Triumph Of Pagan Beliefs; 2. The Dawn Of The New Empire; 3. Uralten; 4. Broken Cross; 5. The Spirit Of Ancient Europe; 6. The Temple Of Infernal Fire; 7. Black Hateful Metal; 8. Millennium Of Disgrace; 9. After The Battle <br> DURATA: 46 min. <br> ETICHETTA: No Colours Records <br> ANNO: 1997