Volete una proposta davvero oscura e quadrata? Allora potete tranquillamente puntare sul primo full-length dei cileni Animus Mortis. Con “Atrabilis” la band si presenta molto bene, proponendo un black metal travolgente e coinvolgente, nella sua avanzata malefica. Una violenza sanguinolenta, dovuta, viene palesata attraverso un andamento sì violento, ma che allo stesso tempo riesce a mantenere sempre in primo piano un’atmosfera infernale e malata. Gli Animus Mortis hanno assimilato le basi essenziali del genere e, senza troppi giri velleitari, riescono a incanalare l’essenza stessa e ultima del black in un concentrato che mantiene un’adeguata struttura compositiva ed una più che incisiva produzione, in grado di esaltare e di stupire continuamente. La mezz’ora abbondante di musica si mantiene tirata, senza troppi cali di tono, mostrando sporadicamente alcuni momenti rituali. Ma, per quasi la sua totalità, l’album mantiene un andamento medio\veloce, che si dimostra solido e compatto. Il già citato muro sonoro viene accompagnato a delle vocals molto evocative, anche se poco malleabili. La compattezza della proposta e la sua avanzata priva di compromessi assicurano un’uscita a tema, che però non propone molte idee. Comunque, le poche intuizioni che per ora i nostri sono in grado di proporci, sono davvero interessanti, e credo che sia sempre meglio capire i propri limiti, soprattutto se il risultato è equivalente a questo fottuto “Atrabilis”. Anche il Sud America inizia a sfornare entità malefiche; non resta che supportare questo debutto targato Animus Mortis, solo la splendida “Splendour Ruins” vale l’acquisto del cd… i veri cultori del genere non rimarranno delusi da tanta cattiveria, questo è certo!
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