Strepitoso debutto dei cagliaritani Locus Mortis, band formata da MZ, autore delle musiche, e RM, responsabile dei testi e delle vocals, che segna anche l’esordio sul mercato underground dell’etichetta nostrana Aeternitas Tenebrarum. L’album, registrato presso i Pax Studios, è un perfetto esempio di black metal granitico e sulfureo, in equilibrio tra sonorità che affondano le proprie radici nella tradizione e, nello stesso tempo, si legano a doppio filo alla “nuova scuola”, quella di bands quali Ondskapt e ultimi Deathspell Omega. L’alone sacrale, quasi liturgico che pervade i solchi di questo album non può infatti non riportare alla mente i blasfemi rituali in musica dei due gruppi sopra citati. Il guitarwork è roccioso e particolarmente ispirato, i riff si susseguono l’uno all’altro con paurosa ferocia e violenza, trasportando l’ascoltatore in un universo trascendente di morte e sofferenza distillate. Il cantato in italiano, anche se non costituisce propriamente una novità, è lugubre e demoniaco e la metrica sofferta e spezzata contribuisce non poco a creare quell’aura di perversa decadenza che trasuda da tutto l’album. Particolarmente riuscite le parti più lente e cadenzate dove pare di toccare con mano la putrefazione e l’odore dei corpi in decomposizione, come nella superba suite “Il Sole Sorge Sul Luogo Dei Morti”, già presente, come altre songs, nel demo “Sol Orierit In Loco Mortis”. Ogni pezzo è un’autentica, straziante litania di sangue, una scheggia marcia di diabolica disperazione che si conficca nelle carni per rimanerci per sempre.
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