Esce dopo cinque anni di silenzio il secondo full length dei nostrani Unholy Land, a seguire l’esordio “The Fall Of The Chosen Star”. La band bergamasca ci propone un black vecchio stampo, dal riff malefico e dall’andamento sostenuto. La chiara matrice della musica che ci viene proposta è rintracciabile nei primi Marduk, quelli di “Heaven Shall Burn…” per intenderci. “Dethrone The Light”, infatti, punta tutto sulla velocità d’esecuzione e sull’andamento nervoso e aggressivo, che presenta alcuni stacchi riconducibili al death. Compatto nella struttura, questo album non stupirà di certo per freschezza o per varietà stilistica; tutti e 35 i minuti di durata vengono vomitati senza compromessi o divagazioni stilistiche, nonostante siano presenti una marea di riff, tutti però riconducibili al classico black svedese. Un difetto sostanziale dell’album in questione sta nella produzione eccessivamente pulita e innocua per una musica che avrebbe prediletto un sound oscuro e ruvido, a mio avviso. Resta un’uscita sufficiente, questa degli Unholy Land, apprezzabile soltanto per chi vuole rispolverare un black d’altri tempi, veloce e con una lieve linea melodica di fondo. “Dethrone The Light”, nella sua totale blasfemia, non riesce a svettare in maniera imponente, dimostrandosi apprezzabile ma non indispensabile…
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