La seconda metà degli anni novanta fu senza dubbio il periodo d’oro (dal punto di vista sia artistico che, entro certi limiti, commerciale) del così detto black metal sinfonico, in tutte le declinazioni assunte da questo sottogenere, così affascinante per alcuni e così bistrattato da altri. Ed è nel 1998 che i norvegesi Perished si imposero all’attenzione del panorama underground con il loro stupendo debutto “Kark”, vero e proprio capolavoro, preceduto da un paio di demo e da un ep e seguito nel 2003 dall’altrettanto valido, ma inferiore, “Seid”, cui seguì lo scioglimento della band. Se il riff iniziale, tagliente e gelido, dell’opener “Imens Vi Venter…”, preceduta da una breve e soffusa intro di chitarra acustica, rimanda direttamente agli Emperor di “In The Nightside Eclipse”, nei pezzi successivi vengono chiamati in causa in egual misura i primi Dimmu Borgir, per le atmosfere decadenti e per gli improvvisi stacchi thrasheggianti, e gli Obtained Enslavement, per la magniloquenza notturna di alcuni passaggi. I Perished mantengono però la loro specificità, grazie ad un piglio fieramente pagan/folk, sia nel sound che nei testi, che rappresenta la cifra essenziale della loro proposta musicale. Tutte le canzoni sono di pregevolissima fattura, ma il picco compositivo è toccato dall’accoppiata centrale formata da “På Nattens Vintervinger” e “Iskalde Strømmer”, due autentiche gemme, che ridefiniscono gli stilemi propri del genere alla luce di un approccio del tutto personale alla materia. Tra chitarre affilate e glaciali, tristi note di pianoforte ed un drumwork preciso e chirurgico, si fanno strada tappeti tastieristici a volte di contorno ed altre quasi orchestrali, che sottolineano in modo puntuale ogni cambio emotivo e di tempo. “Kark” è un disco avvolgente che trasporta l’ascoltatore in una dimensione spirituale di mistico naturalismo, ma che al tempo stesso riesce anche ad essere dannatamente violento e diretto. Uno degli ultimi gioielli dell’epoca aurea del metallo nero di matrice sinfonica prima della sua completa saturazione. Da riscoprire. “Punished Be Those Who Must Be Punished, Those Who Are Not Pure And True. Under A Redly Sky We Shall Return Again…”.
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