Seconda fatica sulla lunga distanza per i Bleeding Fist, gruppo sloveno che, dopo un inizio di carriera all’insegna del thrash più feroce e sanguigno, ha ulteriormente incattivito la propria proposta musicale approdando ai lidi di un black-death-thrash metal ferocissimo e blasfemo che la stessa band ha ribattezzato “chaos metal”. “Bestial Kruzifix666ion” é un album oscuro, sporco e incendiario che recupera la tradizione ottantiana del metal estremo più primitivo e oltranzista, cara ai vari Beherit, Blasphemy e Archgoat, e la rielabora alla luce di una sensibilità compositiva assolutamente deviata e morbosa che si ciba in egual misura del metal of death più marcio e ruvido e del thrash old school più veloce che, specie nelle accelerazioni e nei fulminei assoli, chiama in causa gli Absu e addirittura i vecchi Slayer di “Show No Mercy” e “Hell Awaits”. I pezzi sono tutti molto tirati, senza un attimo di respiro, non c’è un rallentamento per tutta la durata del disco. I nostri hanno puntato tutto sull’assalto all’arma bianca insistendo sull’ipervelocità e sulla violenza esecutiva che rappresentano la cifra essenziale ma anche il limite più evidente del disco, senza precludere del tutto alla band di mostrare le qualità tecniche che indubbiamente possiede ma che una maggiore varietà nel songwriting avrebbe senz’altro consentito di palesare in modo più spiccato. In ogni caso il gruppo offre una prestazione più che valida anche sotto il profilo esecutivo, grazie soprattutto ad una sezione ritmica distruttiva e tellurica ed alla prova dietro le pelli del batterista Alex “Krieg Maschine” Destradi, una vera macchina da guerra, come recita il suo pseudonimo. Nota di merito anche per l’ugola mefistofelica del singer Etienne “Hellscream” Chelleri e per la produzione, che risulta meno grezza di quanto si potrebbe immaginare ma assolutamente adeguata nell’esaltare la potenza devastante dei brani. Se amate gruppi come Impiety, Tyrants Blood o i primi Impaled Nazarene, in questo lavoro troverete certamente pane per i vostri denti. Puro olocausto sonoro.
