Gli svedesi Pest – duo formato da Equimanthorn (basso e chitarra) e Necro (voce e batteria) – nel corso degli anni hanno saputo costruirsi una solida fama a livello underground proponendo un black metal ortodosso e senza compromessi, legato a doppio filo alla vecchia scuola. A ben cinque anni di distanza dall’uscita del precedente “Rest In Morbid Darkness”, i nostri tornano alla carica con un platter di puro ed incontaminato old school black metal, che strizza l’occhio ai Darkthrone di “Panzerfaust” ed ai Gorgoroth di “Under The Sign Of Hell”, con alcune sferzate thrash oriented che non possono non richiamare alla mente i primi Bathory e Slayer o gruppi come Aura Noir e Bulldozer. Ovviamente l’originalità non caratterizza la musica dei Pest, che sono rimasti fedeli ai canoni stilistici dei primi anni novanta: la band però è una delle poche ad essere sinonimo di qualità nell’ambito del genere proposto. I pezzi sono costruiti quasi tutti su tempi medi – anche se naturalmente non mancano le accelerazioni al fulmicotone – e su un riffing morboso e malefico, costantemente ispirato. La violenza è sempre unita ad un certo gusto per le atmosfere malsane e notturne e non manca neppure qualche sprazzo maggiormente melodico e pure vagamente rock oriented (pur con tutte le riserve del caso). “A Face Obscured By Death” e la title track sono due possenti mazzate sui denti, mentre in “Abomination Of The God” il gruppo mostra un lato doom/depressive non inaspettato per chi conosce la loro discografia. Aggiungete un suono marcio ed anticommerciale ed avrete il quadro completo di questa release. Se amate acts quali Dodsferd o primi Dodheimsgaard, i Pest fanno sicuramente al caso vostro.
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