Questa volta quei ragazzacci della Iron Bonehead Productions sono andati a frugare nel marciume del più profondo sottobosco underground messicano e ne sono usciti con il secondo album dei Tezcatlipoca, che segue a tre anni di distanza il debutto “Ipehualtiyayohually” e ne prosegue piuttosto fedelmente il discorso stilistico e concettuale. Tezcatlipoca (alias “specchio fumante”) nella mitologia azteca era il dio della notte, della bellezza e della guerra, contraltare e alter ego oscuro di Quetzalcoatl. La band si rifà quindi al ricco corpus mitico mesoamericano preispanico e lo abbina ad un black metal dal marcato sapore rituale, che tende a privilegiare i tempi cadenzati ed i ritmi striscianti piuttosto che le sfuriate aggressive e selvagge, che comunque non mancano e costellano qua e là i pezzi, rendendo il disco dinamico e nel complesso abbastanza equilibrato tra passaggi in mid e up tempo. L’elemento maggiormente sorprendente ed accattivante è rappresentato tuttavia dall’utilizzo, parco e intelligente, di strumenti tradizionali preispanici, suonati dal cantante e bassista L’yaotl, spesso con la funzione di introdurre i vari brani ed in alcuni casi invece protagonisti assoluti di evocativi stralci strumentali, accompagnati da litanie cantilenanti che sembrano recitare malefiche ed incomprensibili formule magiche. Il che giustifica l’etichetta “folk black metal” che i Tezcatlipoca usano per definire la propria musica.
Sarà il sound decisamente ipnotico, sarà la lingua Nahuatl usata per le liriche, che specialmente al nostro orecchio occidentale suona davvero misteriosa, sarà l’alone occulto che i nostri riescono ad imprimere ad ogni singola nota, fatto sta che questo “Tlayohualtlapelani” risulta veramente coinvolgente se ci si lascia andare al mood del disco, che rievoca i culti dell’antico Messico senza rinunciare ad una punta di orgoglio pagano. A patto però di non pretendere eccessive raffinatezze tecniche perchè stiamo pur sempre parlando di un gruppo che propone un black basico e lineare, anzi direi proprio elementare, rifacendosi in modo evidente ai classici stilemi della prima metà degli anni novanta: ma proprio nella semplicità che cattura l’interesse emotivo risiede la forza di lavori di questo tipo. I Tezcatlipoca centrano quindi l’obiettivo con il loro black metal al tempo stesso atmosferico e muscolare, intriso di misticismo folk: For those who fought in the war! For those who suffered cold and hunger! For those who shed their blood! By the Ancient Mexicans!