Sine Luce è una one man band sarda che abbiamo già conosciuto grazie ad un paio di demo. Il full-length autoprodotto “L’Illusione D’esistere” riprende lo stile tipicamente depressive espresso attraverso un’evoluzione black\doom. La musica si mantiene oscura e opprimente, caratterizzata da un andamento spesso cadenzato e ripetitivo. Il cantato in italiano è strisciante e recita rassegnate litanie. Come riferimento possiamo citare i nostrani Forgotten Tomb, molto semplificati. Resta comunque viva la matrice di gruppi come Katatonia, Paradise Lost e compagnia. Sine Luce si mantiene underground anche nella produzione, che vede alcune pecche come la drum machine nei blast-beats, in cui questa sembra troppo finta ed estranea ad un sound per certi versi caldo e malinconico. Vanno segnalati degli spunti melodici di chitarra sui quali si snodano i pezzi che, per lunghezza ma anche per la loro ciclicità, sono pesanti, veri e propri macigni da digerire. “L’Illusione D’esistere” fortunatamente contiene anche episodi che si scostano da un andamento di funeral doom che, se troppo marcato, poteva portare ad un lento declino della qualità d’ascolto. Le sporadiche sfuriate sembrano convincenti, anche se rilegate in secondo piano e rovinate dal suono troppo sintetico della batteria. Resta comunque chiara la personalità di questo disco, che è orientata verso un suono che alterna il suicidal più esasperato ad una venatura melodica, incentivata e bagnata da rari inserti di tastiera che fungono da semplice base. In alcuni momenti si intravede uno spiraglio di luce, presto soppresso dalla disillusione ultima e definitiva, binario su cui viaggia questo lento treno arrugginito… da prendere solo se si ha la pazienza di assaporare il paesaggio morto che c’è fuori.
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