Ulfhethnar è probabilmente il progetto più singolare ed interessante nato dalla mente di Widar, geniale musicista già fondatore di Bilskirnir e Odelegger. Questo “Von Deutscher Art” segue la strada intrapresa dal compositore tedesco con i due demo e lo split finora pubblicati, ovvero qualcosa a metà fra il black metal e le classiche sonorità R.A.C., acronimo per Rock Against Communism, movimento sviluppatosi in Inghilterra durante gli anni ottanta. Attraverso le tredici track del disco, di cui una introduttiva, è possibile apprezzare l’ottimo screaming di Widar accompagnato da un sound poco incline al black. I ritmi lenti ed ossessivi caratteristici dei Bilskirnir di “Hyperborea” vengono qui abbandonati in favore di una proposta senza dubbio più orecchiabile nonché elementare, come dimostra la splendida “Friedhof In Böhmen”, canzone in grado di riassumere in sé l’essenza dell’intero album. Non mancano comunque i capitoli più toccanti, fra cui vale la pena citare le meste “Sonnenrad” e “Der Fahnenträger”, senza parlare poi della commovente “Totengedenken”. “Von Deutscher Art” porta quindi qualche novità all’interno di una scena, quella NSBM, ricca sì di ottimi gruppi, ma assolutamente povera di innovazioni degne di nota. Per poter apprezzare appieno l’ennesima meraviglia del grande Widar occorre, innanzitutto, avere un minimo di apertura mentale nei confronti di un genere non propriamente black e non bisogna, inoltre, soffermarsi troppo sulla produzione, la cui qualità, in questo caso, non è certamente esemplare.
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