Kratornas é una one man band proveniente dalle Filippine, dietro la quale si nasconde il mastermind Bruno Zamora che si occupa di tutti gli strumenti e delle vocals. Il progetto in questione giunge con questo “The Corroding Age Of Wounds” alla seconda fatica sulla lunga distanza, dopo una serie interminabile di demo, split ed ep dal 1995 ad oggi. Siamo di fronte al classico gruppo fieramente underground, che vive in questa dimensione e ne rispetta alla lettera i dogmi e le convenzioni, a partire dalla produzione poco più che casalinga, ronzante e pastosa, meravigliosamente marcia, curata ai famigerati Necromorbus Studios svedesi. Lo stile é definibile come un misto tra il black metal più blasfemo e violento di matrice sudamericana ed un grind gracchiante e corrosivo, che va ad imbastardire un riffing venato a tratti anche da certo thrash tagliente ed assassino. Il risultato finale é oscuro e brutale, gradevolmente caotico e crudele, ma, per lunghi tratti, gli spunti interessanti latitano e la personalità pure. I principali riferimenti compositivi possono essere individuati in gruppi come Goatpenis, Enbilulugugal, Botulistum o i canadesi Lust, per la componente vagamente noisy presente nei pezzi, senza trascurare le influenze provenienti dai più classici Revenge, Impiety e Blasphemy. Di fatto questo é un disco che funziona soltanto a tratti e che sarebbe stato probabilmente più fluido se i pezzi avessero avuto una durata minore, se fossero stati più concentrati e meno dispersivi. In alcuni momenti però (ad esempio l’iniziale “Beasts From The Sea” o la tellurica “Interstellar Doom”, forse la canzone migliore del lotto), i nostri riescono nell’intento di torturare a dovere i padiglioni auricolari dell’ascoltatore ed allora sembra davvero di essere al cospetto di una sorta di versione black dei primi Carcass. Ma si tratta di un’impressione fugace, che dura lo spazio di un paio di episodi e che non vale a salvare l’album da una sufficienza poco più che risicata. Ovviamente, se cercate furia omicida a go-go in salsa black/grind, questo lavoro non potrà lasciarvi indifferenti, ma se andate alla ricerca dei veri capolavori del genere riscoprite i primi dischi degli Impaled Nazarene e non potrete non notare la differenza tra chi inventa e chi si limita a riproporre, come un buon artigiano, idee altrui.
Sign in
Welcome! Log into your account
Forgot your password? Get help
Password recovery
Recover your password
A password will be e-mailed to you.