I Mephiztophel sono un trio proveniente dalla Colombia, attivo dal lontano 1993 (così pare) e tra i più convinti portabandiera nel loro paese, insieme ai conterranei Sanius, dell’oscuro verbo del black/death metal più furioso, malsano e blasfemo. Questo “For My Your Blood, For Satan Your Soul”, che esce sotto l’egida della polacca Time Before Time, rappresenta la loro seconda fatica sulla lunga distanza dopo il debut “Satan Proclaim His Throne” del 2004. La musica dei nostri, pur essendo infarcita di tutti i luoghi comuni del genere, a livello prettamente musicale, così come nell’immagine e nelle liriche, riesce tuttavia a risultare sufficientemente coinvolgente e non mancherà di affascinare i maniaci della violenza e della brutalità più esibite e truculente, rigorosamente a base di sesso e anticristianesimo. Stilisticamente i nostri sono vicini a bands come Proclamation, Inquisition, Parabellum (uno dei primi acts sudamericani autenticamente estremi) ed ai connazionali Utuk Xul, con i quali hanno condiviso uno split nel 2005. L’ascoltatore più attento non mancherà tuttavia di cogliere nella loro musica sfumature che vanno al di là dei classici stilemi del metal of death più marcio e infernale. Il riffing deve qualcosa ai vecchi Bathory e Celtic Frost, mentre i fulminei assoli che costellano diversi brani non possono non far pensare ai Sabbat o ai primi Slayer. L’influenza più marcata (che é una delle cose migliori dell’album) proviene però insospettabilmente da Asphyx e Bolt Thrower e si palesa nelle parti più rallentate, dove il guitarwork diventa letteralmente soffocante ed assume un andamento marziale e guerresco. Nonostante i molti gruppi citati a paragone, la proposta dei Mephiztophel resta comunque monolitica e sostanzialmente prevedibile: nulla di nuovo sotto il sole ma soltanto una discreta reinterpretazione (con qualche raro momento esaltante) di quanto già fatto da altri in passato. La produzione é perfetta per il genere proposto: sulfurea, polverosa e sporca al punto giusto. Non un capolavoro, ma neppure un disco da buttare; ottimo se volete trascorrere del tempo all’insegna della più ferale ignoranza metallica.
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