Questa che segue è un’intervista molto particolare. E questa particolarità non sta soltanto nel fatto che il progetto austriaco Uruk-Hai sia stato uno dei più grandi act ambient / black metal degli ultimi anni, ma soprattutto perché si tratta dell’ultima intervista che il mastermind Hugin ha deciso di rilasciare. Con il prossimo disco, in uscita a dicembre, la lunga avventura di Uruk-Hai terminerà per sempre. La parola, quindi, per l’ultima volta, al diretto interessato.
Ave Hugin! Uruk-Hai è un nome che non ha bisogno di presentazioni, per cui non te ne chiederò. Dicci invece come sta andando con Uruk-Hai oggi: qualche imminente progetto?
Hails Maeror! Il nuovo album “Lothlórien” uscirà verso metà dicembre per la russa Othal Productions. E tu sei la prima persona cui lo dico: “Lothlórien” sarà l’ultimo album in assoluto di Uruk-Hai! Dopo terminerò ogni attività con Uruk-Hai…
I tuoi lavori mostrano un ampio spettro di influenze e stili. Quali saranno le prossime evoluzioni del tuo suono?
Il prossimo (ultimo) album sarà la fine di un viaggio che iniziò nel favoloso mondo di J.R.R. Tolkien e terminerà nello stesso modo in cui era iniziato… “Lothlórien” è un viaggio musicale verso alcuni sentieri della Terra di Mezzo dimenticati da tanto tempo! Sarà un album davvero epico, con la voce di Hildr Valkirie dalla Grecia!
La musica di Uruk-Hai richiama tempi antichi e un mondo molto differente da quello odierno. Questo atteggiamento ti appartiene anche nella vita quotidiana? Se sì, ti senti forzato a dover accettare qualche tipo di compromesso?
Uruk-Hai era solo un viaggio mitico attraverso epoche oscure – nella mia mente vivo in quei tempi ma nella mia vita “normale” è del tutto diverso. Mi piace percorrere la via intermedia, non posso vivere senza entrambe le età [antica e moderna, ndM] che mi circondano – diciamo che scelgo il meglio da ciascuna di esse per vivere la mia vita.
Collegheresti la tua musica ad altre forme d’arte? Quali?
Hmm… forse qualche romanzo o dipinto fantasy.
Quando e perché hai iniziato a fare musica?
Era nel 1984, suonavo il basso in un gruppo punk-hardcore chiamato Schlaganfall.
Dopo così tanti anni, provi qualche rimorso nella tua storia artistica?
Neanche un minuto! È stato un grande periodo – non lo dimenticherò.
Il desiderio di sperimentare è un elemento forte della tua musica: quando sei un semplice ascoltatore, preferisci chi cerca di suonare cose nuove oppure apprezzi anche chi, dopo anni, continua a proporre il solito vecchio stile?
Entrambi. Apprezzo ancora molto il metal degli ’80, ma mi piacciono anche i suoni nuovi. Ma non mi piace il 1000esimo clone dei Darkthrone (o chi per loro). Qualcosa di nuovo (o di unico) deve esserci nello stile di ogni band.
Hai molti progetti paralleli: vorresti introdurci i più importanti?
Certamente! Bonemachine, l’unico con il quale ami ancora fare musica. Nel 2007 farò anche diversi concerti – dateci un’occhiata per ascoltare bizzarra musica industrial.
Le tue creazioni hanno un messaggio politico?
La mia musica non è assolutamente politicizzata!
Definisci la tua musica come “pagan battle ambient”: che significa per te essere pagano?
Rispettare la natura, che è il luogo in cui vivi! Rispettare la tua famiglia, i tuoi amici, i tuoi antenati…
Quali valevoli bands della scena odierna mondiale consiglieresti ai lettori di questa webzine?
Institution D.O.L. da Linz (Austria) – è molto strano e il ragazzo che se ne occupa, Herr M., è davvero una grande persona. Guardate le sue performance live!
Vieni dall’Austria, e il tuo Paese ha dato i natali a molte interessanti band ambient e black metal, come Summoning, Abigor e molti altri. Com’è la scena underground della tua nazione oggigiorno?
Molto grande, ma non molto buona! Troppi egoisti qui!
L’intervista è finita. Ti ringrazio davvero per il tempo “sprecato” a rispondere a queste domande. Chiudi come preferisci!
Grazie per questa intervista, spero tu non sia contrariato! Questa era l’ultima intervista in assoluto per Uruk-Hai! Arrivederci, ci vediamo nel Valhalla!