Taake – Urgehal – Koldbrann

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New Mexico 25/03/2007 Piateda (SO)

Per il mio nuovo live report ho dovuto attraversare mezza Italia (mi mancavano solo Calabria e Sicilia…), ma per la buona musica si fà questo ed altro. Certo, viene da chiedersi perché mai i Taake vadano sempre a suonare in questi posti sconosciuti (nel 2002 suonarono a Limena, vicino Padova, ed ero anche lì…), ma questo riguarda leggi di mercato che ignoro e che non mi interessa conoscere. Quello che so è che ho affrontato un viaggio di oltre dodici ore per andare a vedere questo concerto. E se qualcuno pensa che io sia pazzo, gli rispondo che ha perfettamente ragione! Dopo aver mangiato qualcosa nell’unico (credo) ristorante del paese, vado al locale, che, in realtà, è una discoteca, posta vicino a Sposa Bella…

Circa mezzora dopo il mio ingresso, si spengono le luci e salgono sul palco i KOLDBRANN, il primo dei tre gruppi norvegesi che avrebbero infiammato la serata. Appena fanno il loro ingresso, i presenti (non più di 200; me ne aspettavo di più, sinceramente..) esplodono in un boato, segno che il gruppo piace parecchio. Il concerto si apre con “Alt Er Befengt”, opener dell’ultimo “Moribund”, una bella mazzata, resa perfettamente, sia dal punto di vista esecutivo sia da quello della resa sonora. I norvegesi tengono il palco più che discretamente, alternando pezzi dai loro due full length, e il pubblico risponde in maniera adeguata, con del sano headbanging ma senza il pogo a rompere i coglioni (cosa che, invece, accadrà con gli altri gruppi). Soltanto verso la fine, il batterista comincia a perdere qualche colpo di doppia cassa; segno, questo, di una non perfettamente raggiunta abitudine a suonare tanto tempo di seguito, senza le pause che si fanno in sala prove. Ma è un piccolo dettaglio facilmente risolvibile, che non ha leso allo show.

Dopo un cambio di palco non eccessivamente rapido (ma si è dovuta cambiare tutta la batteria, per cui… ) e il posizionamento di due grosse croci rovesciate, salgono sul palco gli URGEHAL. Il gruppo inizia all’improvviso con “Sodomizer”, song, a mio avviso, non tra le migliori della band e resa in maniera troppo debole dal vivo; la stessa debolezza di suono caratterizza anche “Satanic Black Metal In Hell”, una canzone ben più violenta rispetto alla precedente. Col passare dei minuti le cose migliorano, il suono si fa più potente e il gruppo appare più sicuro, anche se piuttosto statico sul palco. Le songs vengono proposte quasi senza interruzioni, se non in quei rari casi in cui vengono annunciate. Alla fine le croci cadono e i cavi della chitarra del cantante vengono staccati nella caduta, interrompendo una canzone a metà. Viste le sue condizioni in seguito, non escludo che, sul palco, fosse già ubriaco… Una prestazione, in definitiva, abbastanza altalenante, per un gruppo atteso da molti, me compreso.

Per finire, i TAAKE, che salgono sul palco dopo un’intro assai ripetitiva, ma che mette addosso un’ansia che solo la musica del gruppo riesce ad allontanare. La band attacca con l’opener di “Hordalands Doedskvad” e tra il pubblico si scatena un pogo furioso. I vari cori vengono scanditi da tutti i presenti e Hoest, esattamente come nel 2002, non dice una parola; ciò nonostante coinvolge appieno il pubblico con una prestazione ai limiti dell’animalesco. Tutti gli altri non sono da meno. L’unica delusione viene dalla scaletta, incentrata quasi esclusivamente sull’ultimo lavoro, con solo “Nattestid I” come pezzo vecchio e un paio di covers ad interrompere la netta prevalenza dei brani tratti dall’ultimo disco. I suoni erano impastati (i suoni migliori li hanno avuti i Koldbrann), ma la prestazione del gruppo e la carica trasmessa hanno fatto passare in secondo piano tali difetti: l’ennesima conferma che i gruppi validi non hanno bisogno di suoni perfetti per coinvolgere.

Dopo il concerto, io e il mio compagno di trasferta abbiamo passato la notte nella “stazione” di Poggiridenti, che era piena di scritte inneggianti al true black metal e a Satana; nel paese c’è la Carrozzeria “Inferno”… che Poggiridenti sia un paese satanico? Chissà… Ma la vera domanda è: cosa ci faceva un maialino di pelouche attaccato alla batteria di tutti e tre i gruppi?