Terza fatica sulla lunga distanza per Morte Incandescente, progetto lusitano che vede coinvolti due tra i personaggi più attivi della scena underground portoghese, ovvero Nocturnus Horrendus (Corpus Christii, InThyFlesh, Genocide Kommando) e Vulturius (Storm Legion, Flagellum Dei). Rispetto ai due albums pubblicati in precedenza dai nostri (cioè “… Your Funeral” del 2003 e “Coffin Desecrators” del 2005) le coordinate musicali sono rimaste pressoché invariate. Anche in questo lavoro viene infatti proposto un black metal di stampo tradizionale e giocato prevalentemente su partiture veloci, caratterizzato da un feeling morboso, a tratti quasi dark, e graziato da un produzione senz’altro migliore che in passato, in grado di dare il giusto spazio ai vari strumenti, tutti ben udibili. Circa quaranta minuti di pure satanic black skull crushing metal, per usare la definizione coniata dalla band, impreziosito da innesti thrasheggianti di pregevole fattura, che costellano i vari pezzi rendendoli piuttosto dinamici e taglienti. La cosa migliore di questo lavoro é proprio l’equilibrata alternanza tra passaggi più martellanti e carichi di groove e momenti più oscuri, pregni di un’atmosfera occulta e macabra, nei quali un basso pulsante e profondo detta i tempi ritagliandosi un ruolo di primo piano. I musicisti coinvolti nel progetto sanno sicuramente il fatto loro e dimostrano discreta abilità compositiva ed esecutiva, anche se ci si muove comunque nell’ambito di un genere che fa del grezzume uno dei suoi principali tratti distintivi. Serve a poco citare una canzone a discapito di un’altra: tutte si mantengono su standard qualitativi più che buoni, pur senza nessun colpo di genio che possa far gridare al capolavoro. Probabilmente il disco vive il suo momento migliore nella parte centrale, con due brani, “Necromaniaco” e la successiva “Caixão De Velhas Memórias”, particolarmente rappresentativi delle due anime del gruppo: il primo cattivissimo e zeppo di rigurgiti thrash/black che chiamano in causa addirittura i Bathory degli esordi; il secondo più lento, tenebroso e malsano, con sonorità vicine ai connazionali Cryfemal. Siamo di fronte ad un lavoro che certamente non rivoluzionerà la musica estrema, ma che resta ben concepito e ben suonato, con la dovuta attitudine e con la necessaria dose di personalità, concedendo anche qualche sprazzo sopra la media. Un album da ascoltare, che permetterà ai Morte Incadescente di acquisire nuova visibilità.
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