I Frostmoon Eclipse sono senza dubbio una delle formazioni italiane più note oltreconfine. Artefice di un black metal melodico con diversi spunti originali, e attiva da oltre 10 anni, la band ha saputo divagare con successo anche in territori alieni qual è il rock acustico dell’ottimo “Dead And Forever Gone“. Abbiamo tastato il polso al gruppo, alla vigilia dell’uscita del nuovo album, in compagnia del batterista Gionata Potenti, in forza, fra gli altri, a Handful of Hate e Hiems.
Salve a voi, Frostmoon Eclipse. Vi ringrazio per la vostra presenza su queste pagine virtuali. Nonostante siate ormai un’istituzione nel panorama black italiano, qualche parola per introdurvi ai nostri lettori è ugualmente necessaria. Soprattutto, è nostro interesse conoscere lo stato attuale della band a livello di nuove uscite.
Ti ringrazio per le belle parole.. Allora, la band è nata nel ’94 dalla mente di Claudio (chitarra) che l’ha portata avanti quasi da solo fino al ’98 quando ha conosciuto me. Claudio realizzò 2 demo, uno nel ’95 (“Cold Silvery Eye”) e uno nel ’97 (“…To Exalt My Triumph”). Nel ’98 cominciammo a lavorare al nostro primo MCD (“Supreme Triumph In Black”), uscito poi nel ’99. Grazie a quel MCD la band cominciò a farsi notare in giro e dopo di esso realizzammo anche un 7” (“Revenge In Scorn”) e finalmente il promo album (“Gathering The Dark”) nel 2001. Da lì la line up si stabilizzò definitivamente in quella che tutt’ora è la line-up dei Frostmoon Eclipse, ovvero: Claudio Alcara (Guitars), Gherardo Giannarelli (Bass), Lorenzo Sassi (Vocals) e me, Gionata Potenti (Drums). Nel 2003 esce il nostro secondo album (“Death Is Coming”) e nel 2004 uno split CD con una band cinese, i Ritual Day. Nel 2005 abbiamo registrato il nostro terzo album (“Dead And Forever Gone”), stavolta molto distante dagli standard Black-Metal e nel 2007 abbiamo registrato il nuovo album (“Another Face Of Hell”) che uscirà ufficialmente a breve. Durante questi anni abbiamo anche partecipato a vari tribute albums, ricordiamo velocemente quello dei Carnivore, Judas Iscariot e quello dei Venom che uscirà entro un paio di mesi.
“Dead and Forever Gone” mi ha piacevolmente sorpreso, è un disco maturo, completo e mai noioso. Si è trattato però di una parentesi in un discorso black metal. Da dove è nato il bisogno di realizzare questo disco acustico? E per quali motivi è rimasta ugualmente l’intenzione di proseguire con il black metal?
Non c’era assolutamente intenzione di cambiare stile e trasformarci in qualcos’altro. I Frostmoon Eclipse sono una band BLACK-METAL. Tuttavia Claudio negli anni ha scritto anche un sacco di materiale differente che non si adattava bene al concept dei Frostmoon Eclipse pur essendo materiale comunque buio e malinconico… Quando abbiamo sentito i brani che poi sono andati a comporre “Dead And Forever Gone” abbiamo capito che dovevamo utilizzarli in qualche modo, erano troppo belli per lasciarli morire senza dargli una giusta forma… Abbiamo deciso di rischiare registrando un album molto discutibile e che avrebbe potuto tranquillamente farci passare da “venduti” o “traditori”. Fortunatamente la nostra etichetta, la greca Iso666 Releases, ha capito le nostre ragioni e ci ha pubblicato il disco senza problemi e senza problemi sono stati fortunatamente anche la critica e gli ascoltatori che non hanno puntato il dito contro la nostra mossa azzardata. Tutti hanno capito ed apprezzato ed è questa alla fine la cosa grandiosa dietro un album coraggioso come questo. “Dead And Forever Gone” è un disco di rock acustico ma è Frostmoon Eclipse al 100%, se lo ascolti ti renderai conto che questa nostra faccia più “serena” è sempre stata presente in noi sin dall’inizio nelle parti acustiche e di intermezzo… abbiamo solo estremizzato la cosa registrando un album interamente così.
Ho avuto modo di ascoltare anche i vostri precedenti lavori, in particolare “Death Is Coming” e lo split con i Ritual Day. Nonostante il vostro stile sia sempre riconoscibile, è innegabile un’evoluzione molto interessante. Come è cambiato nel corso del tempo il vostro modo di comporre? Quali le influenze, musicali e non, principali?
Ci è sempre piaciuto complicarci la vita, alla fine i nostri brani hanno molti cambi di tempo e molti arrangiamenti strani… ci piace suonare in maniera tecnica ed elaborata anche se la cosa ci viene piuttosto naturale dato che in fase compositiva perdiamo davvero poco tempo sulla stesura e sull’arrangiamento dei brani stessi. Diciamo che quando Claudio ci fa sentire i riff il brano si costruisce da solo in poche ore… Bastano un paio di prove per renderlo definitivo e spesso è così che viene anche registrato in studio dopo qualche mese… Alla fine con questa line-up suoniamo assieme da 7 anni senza aver mai avuto problemi, siamo molto compatti e con le idee chiare sulla nostra musica. Credo che non si possa parlare di una vera e propria evoluzione… forse i brani sono più tecnici, più elaborati, più compatti… ma se ascolti il nostro nuovo album e il primo MCD che abbiamo composto assieme ti renderai conto che non è cambiato poi molto… Abbiamo uno stile ben preciso e ben definito. Musicalmente parlando ascoltiamo un po’ di tutto… ma principalmente Black-Metal vecchia scuola e Rock acustico.
Ciascun membro della band, se non erro, ha diversi side projects. Questi hanno avuto un’influenza (ad esempio nelle scelte stilistiche) sui Frostmoon Eclipse?
No, decisamente no… I side projects sono cose a parte che non hanno influenza sul nostro modo di comporre… Spesso e volentieri i nostri side-projects hanno stili completamente differenti… la cosa peggiore sarebbe suonare in bands simili, sarebbe inutile portare avanti più gruppi in direzioni musicali simili… sarebbe una perdita di tempo.
Siete una delle formazioni black italiane più note oltre confine. Come avete visto accolta la vostra proposta all’estero? E invece in Italia, avete trovato più o meno interesse rispetto a fuori?
Il discorso è un po’ complesso… diciamo che la nostra etichetta ha una distribuzione ottima e quindi il nostro materiale si trova bene fuori nelle distro internazionali e questo ci piace molto… in parecchi ci scrivono dall’ America ad esempio, un posto dove non ti saresti mai aspettato di trovare terreno fertile per una band come la nostra. Questo ovviamente ci permette di non passare per sconosciuti quando scriviamo a qualcuno e questo alle volte aiuta. Ci hanno chiamato varie volte per suonare in Germania, Austria e Spagna e sono state tutte ottime esperienze. In Italia la cosa cambia un po’… da anni giriamo tutta la penisola in lungo e in largo quindi diciamo che chi è interessato a noi già ci conosce e ci ha visto dal vivo.
Le tematiche delle vostre lyrics si discostano decisamente dagli abusati clichés che abbondano nel genere. Vi sono momenti e situazioni particolari che ne ispirano la composizione?
Io mi occupo dei testi e devo dire che le varie tematiche occulte/sataniche/esoteriche non mi sono mai interessate più di tanto… mi piace più parlare di me stesso e delle esperienze che ho vissuto, delle emozioni che provo… ci sono cose profonde nella psiche di ognuno di noi che sono ben più nere e malate di un libro scritto da altri. Ho un modo di scrivere molto criptico e malato, quello che voglio trasmettere nei testi è sempre molto velato e non sempre riconoscibile o di facile attribuzione, ma sarebbe alquanto stupido parlare direttamente di me e di quello che mi può esser successo… non credo che a nessuno interesserebbe.
La morte compare nei testi e nei titoli degli album in modo quasi ossessivo. Il pensiero di morire vi incute paura o una certa serenità? Credete che vi sia qualcos’altro dopo la vita?
La morte è in pratica il concept dietro ai Frostmoon Eclipse… la morte vista come punto di arrivo di una vita vissuta nel tormento, nel dolore e seguendo i sogni, là dove è possibile realizzarli. La morte è sia paura che serenità… dipende dai punti di vista… può essere paura di non finire quello che si è iniziato o anche serenità di chiudere finalmente un capitolo che non si chiude con la ragione. La vita corre sempre sulla lama di un rasoio, il segreto è cercare di non tagliarsi… perché la scelta è vivere, dilaniarsi o cadere nel vuoto. La modernità e la mondanità ci portano a non pensare… vivere, lavorare, uscire e divertirsi con gli amici… ma se ti fermi per un momento e ti chiedi chi sei e cosa stai facendo credo che chiunque potrebbe trovarsi di fronte ad un problema. Pensare è umano, farsi domande pure… cercare di non ragionare no. Io ragiono, mi faccio domande e cerco le risposte dentro di me… non sempre le trovo e forse è anche meglio così. La vita non è matematica e spero non lo diventi mai. I testi ruotano intorno a tutto questo… Leggeteli con attenzione, sono i dettagli che fanno la differenza. Riguardo la seconda parte della tua domanda, no, non credo ci sia nulla dopo la morte… la vita ce lo dimostra giorno dopo giorno. Non c’è niente di divino che ci protegge, siamo qui per caso e dobbiamo rimanerci per un po’, ma siamo liberi di andarcene quando vogliamo.
Accostereste la vostra musica a qualche altra forma d’arte? Quale?
Questa è una domanda molto interessante… credo che la accosterei alla fotografia. Dico questo perché credo fortemente che la musica sia completamente inutile senza un’appropriata veste grafica. Per questo mi piace curare le grafiche dei nostri CD personalmente e cercando di adattare il tutto in maniera maniacale a musiche e testi. Quando registri un disco è come se tu fotografassi la band in un certo momento… la band può cambiare, ci si può muovere in diverse direzioni… andare altrove… ma quella foto resta. Potrai sempre dire che quel giorno, a quella ora, in quel preciso momento, la band era “questo”. Il senso della fotografia è praticamente identico.
Mi è parso che la dimensione live sia per voi molto importante. La buona riuscita di un concerto dipende da molti elementi: numerose prove, affiatamento tra i membri della band, luogo adatto per un evento black, pubblico ricettivo. Quali sono, tra questi, gli aspetti a cui date più importanza?
Sicuramente la buona riuscita di un concerto dipende sia da un impianto decente che ti permette di sentire quello che stai facendo che anche da un pubblico ricettivo che si muove e che ha voglia di sentirti. Suonare di fronte a gente che sta in un angolo a bere o che ti guarda da lontano di certo non ti aiuta. La coesione tra di noi non manca, suoniamo da molti anni assieme… anche se non sentiamo un granchè sul palco siamo in grado di suonare bene senza problemi… ma se la gente non partecipa rimani un po’ deluso e perdi un po’ il senso del concerto. Purtroppo alle volte accade, anche se per la maggior parte delle volte abbiamo sempre avuto condizioni migliori. Per noi i live sono molto importanti ma non ci teniamo a suonare sempre e comunque… preferiamo crearci delle situazioni particolari e scegliere bene i posti dove suonare.
Cosa dobbiamo attenderci nel futuro dai Frostmoon Eclipse?
Come ti ho già detto a breve dovremmo ricevere le copie del nostro nuovo album e del tributo ai Venom. A dirti la verità un annetto fa abbiamo anche registrato un disco di covers e stiamo ancora cercando un’etichetta disposta a pubblicarcelo. Appena il disco nuovo sarà fuori cominceremo a suonare dal vivo e cercheremo di organizzare delle date fuori dall’Italia… tanto qui chi ci doveva vedere ormai ci ha già visto.
L’intervista è finita, come d’usanza chiudete nel modo che preferite.
Grazie del supporto e dello spazio concessoci. Supportate l’underground e il Black-Metal sincero… Chiunque voglia saperne di più sul nostro conto può farlo visitando il nostro sito ufficiale all’indirizzo www.frostmooneclipse.com dove troverete anche le nostre e-mail. Scriveteci senza problemi per chiarimenti o merchandise.