Disguise

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I Disguise sono una band italiana che col passare del tempo si sta mettendo sempre più in luce tra le tante realtà nostrane. L’intervista che segue, tra l’altro, approfondisce l’essenza del loro secondo full, “Late“. Per maggiori informazioni circa la proposta potete leggere la recensione del nuovo full su queste “pagine”.

Innanzitutto presentate la band ai nostri lettori. Chi sono i Disguise?

I Disguise si sono formati nell’estate del 1998, quando avevamo tutti un’età media di 15-16 anni. Abbiamo iniziato quasi subito a comporre composizioni nostre, cosa che ci ha permesso nel 2001 di rilasciare il nostro primo Mcd-Demo autoprodotto “Impetus Mali\Mors Fidei”. Nel 2003 abbiamo invece prodotto il primo full lenght, “Human Primordial Instinct”, che ci ha permesso di esibirici in diversi contesti di importanza internazionale e che ha fatto girare in nostro nome in maniera positiva tra fans e addetti ai lavori. Lo scorso aprile poi è uscito “Late”, nuovo full-length ancora in fase di promozione.

“Late” è il vostro secondo full ed evidenzia una crescita della band, secondo voi quali sono i punti di forza dell vostra nuova fatica?

Il punto di forza di “HPI”, nostro precedente cd, era quello di unire influenze Black Metal e Death Metal in maniera indistinta e molto amalgamata. A differenza in “late” le due influenze continuano a coesisterema in maniera più distinguibile, nel senso che c’è comunque una contaminazione di fondo, ma è più facile identificare parti prettamente Death metal o Black Metal. In più credo che con “Late” siamo riusciti ad unire in maniera personale molte influenze, restando sempre in ambito estremo, riuscendo a creare non qualcosa di nuovo ma sicuramente qualcosa di molto personale.

“Late” è confezionato e prodotto in modo professionale, inoltre presenta una sezione multimediale molto ricca di materiale. Come vi è venuta l’idea di fare una aggiunta del genere?

Siamo sempre stati abituati a curare ogni aspetto della Band, non solo la musica ma anche l’immagine e l’artwork dei nostri lavori ad esempio. L’idea di inserire una traccia multimediale è venuta principalmente perchè in origine avremmo voluto inserire nel booklet, oltre ai testi in inglese e alla spiegazione del concept sempre in inglese, gli stessi elementi in italiano. Questo non è stato possibile perchè il booklet, che ora è di 12 pagine, sarebbe poi stato composto da 24 pagine, e a livello prettamente economico sarebbe stata una spesa troppo elevata. A quel punto abbiamo anche inserito più materiale possibile, anche per invogliare magari un possibile acquirente ad acquistare il cd anche per i contenuti speciali, invece che scaricarlo da Emule.

Tornando alla sezione multimediale, lì possiamo trovare, tra l’altro, l’esposizione e la parziale spiegazione del concept che caratterizza “Late”. Potete riassumere la vostra idea del “non ritorno” e tutto ciò che ruota attorno alle lyrics dell’album?

Prima di tutto ci terrei a precisare che il concepì alla base di “Late” è la naturale evoluzione di quello alla base di “Human Primordial Instinct”. Con il precedente cd ipotizzavamo un ritorno all’istinto umano primordiale come unica via di salvezza per una umanità ormai votata alla servilità e alla depersonalizzazione. Con “Late” invece la nostra visione si è fatta ancora più tragica: ormai non c’è più modo per l’uomo di salvarsi dalla propria malata umanità. Dopo secoli di morte causata proprio dall’uomo verso l’uomo, ormai è tardi per evitare che tutto il male portato si trasformi in male ricevuto, per evitare che l’uomo sia assassino e suicida allo stesso tempo.

A livello musicale si nota particolarmente la componente sinfonica conferita dalle tastiere. Anche se la cosa potrebbe non rappresentare una novità per il genere, ho notato che viene fatto un uso delle tastiere molto personale e vario. Quanto peso ha secondo voi questa componente all’interno dei brani?

Ti ringrazio per aver sottolineato questo aspetto. Sicuramente le tastiere sono un elemento importante del nostro sound, ma non più importante rispetto al resto degli strumenti. A noi non piacciono sonorità troppo pompose o maestose, ma se usata con sapienza la tastiera può dare un tocco di oscurità e malessere davvero unico.

Nella recensione ho ritracciato alcune band che possono avervi influenzato. Quali sono i gruppi che voi ritenete maggiormente accostabili alla vostra proposta?

Per quanto riguarda la componente Black Metal, sicuramente i primi cd di Satyricon, Emperor, Limbonic Art e Dimmu Borgir ci hanno notevolmente influenzato, specialmente per le atmosfere che riuscivano ad evocare. La componente più “calda” del nostro sound invece deriva da un certo tipo di death metal americano ed Est europeo, e da gruppi come Monstrosity, Vader o Morbid Angel. Magari tali ascolti non si riscontrano tutti all’interno di “Late”, ma sicuramente sono stati fondamentali per la nostra crescita musicale.

Un aspetto che invece non ho apprezzato troppo è la registrazione, sicuramente molto professionale e nitida ma che, almeno secondo il mio pensiero personale, risulta un pò distaccata ed incapace di trasmettere qualcosa all’ascoltatore. Voi cosa ne pensate? In futuro ci saranno aperture verso sonorità più personali e grezze o vi ritenete soddisfatti dei risultati ottenuti?

Ci riteniamo assolutamente soddisfatti della registrazione di “Late”. Il suono è davvero massiccio e malato, e non credo che sia nemmeno troppo nitido e pulito. Certamente rispetto allo standard delle produzioni Black Metal il nostro cd suona meno “grezzo”, ma secondo me è assolutamente anacronistico registrare un cd nel 2007 in cantina con un 4 tracce. Inoltre avremmo perso l’impatto della parte più Death del nostro sound, parti che necesarriamente necessitano di ottimi suoni e di un ottimo mixaggio. Quindi posso assicurarti che anche in futuro continueremo ad optare per registrazioni assolutamente professionali.

Siete una band del sud-Italia. Quali difficoltà avete dovuto superare per far crescere i Disguise? Come vedete la scena musica dalle vostre parti?

Tantissime, tantissime difficoltà! All’inizio della nostra carriera i problemi erano gli stessi di tutti: difficoltà a trovare locali per i live, ostracismo degli stessi gestori che optavano per band più affermate e magari di un genere meno estremo e in generale una scarsa cultura musicale in generale. Ora le cose vanno sicuramente meglio, anche al sud ci sono parecchi locali nei quali esibirsi e il livello di professionalità sta aumentando. Inltre la gente qui è davvero molto calda e risponde in maniera più entusiasta a serate estreme rispetto a quanto succede al Nord. Ad esempio in questi giorni ci saranno i Suffocation a Palermo…Sarà davvero una distruzione totale, poichè in questi posti c’è una sete di metal estremo che invece, ad esempio a Milano, è sicuramente ridotta vista la frequenza dei concerti molto alta.

Un’ultima curiosità. Chi ha realizzato l’immagine che è nella copertina di “Late”? Cosa rappresenta?

La copertina, come tutto l’artwork, è opera dell’ottimo lavoro del nostro grafico e sesto membro virtuale dei Disguise, Giuseppe Cuccorese (gcuccorese@tin.it). L’immagine in copertina è una foto reale scattata proprio dal nostro grafico, e il soggetto è la riproposizione in immagine del testo della title-track di “Late”. Nello specifico sono raffigurati un uomo morente, corrotto e ormai destinato a morire per tutto il male da lui stesso causato ed una bambina ancora innocente ma che presto finirà come tutti…Sono uno di fronte all’altro e l’uomo guarda la ragazzina con sadico piacere, avendo la consapevolezza che non ci sia per lei più tempo per scappare al suo destino. Entrambi sono in un capannone, con delle finestre come unica via di uscita, finestre che però sono troppo alte per essere raggiunte.

Bene, le domande sono terminate. Vi lascio spazio per concludere l’intervista come meglio credete.

Ti ringrazio per lo spazio concessoci e per l’intervista. Invito chiunque fosse interessato a visitare le nostre pagine virtuali per maggiori informazioni sui Disguise: http://www.disguiseofficialsite.com .