Gli Orchid nascono dalle ceneri dei Dark Embrace, gruppo pressoché sconosciuto di Novi Ligure, per volontà di DeviHate (chitarra) e ZebZero (voce, basso, programmazione percussioni) e si affacciano alla scena underground nostrana con questo demo piuttosto convincente che presenta più luci che ombre. Il black metal dei nostri è freddo e tagliente, di chiara matrice nordica nelle parti più tirate, mentre in quelle più cadenzate crea atmosfere sulfuree e morbose che riportano alla mente suggestioni care ai Judas Iscariot più macabri. Il sound è marcio al punto giusto ed il cantato in lingua italiana, con la sua metrica spezzata e viscerale, amplifica la carica emotiva negativa dei pezzi. Non manca tuttavia qualche pecca, frutto dell’inesperienza di una band ancora molto giovane anche se non priva di idee: l’uso di una voce iper filtrata e piena di echi per tutta la durata del disco, se aumenta il complessivo effetto straniante dei pezzi, risulta alla lunga monotona e scarsamente espressiva; le songs in alcuni frangenti mancano di compatezza ed appaiono eccessivamente sfilacciate; una drum machine programmata con suoni più crudi e ruvidi, o, meglio ancora, un batterista in carne ed ossa, avrebbero sicuramente potuto giovare agli intenti sonori della band. Non si possono però non apprezzare il buon guitar work e la passione profusa da questo duo nostrano che in un pezzo omogeneo come “Criptal”, dall’incedere ipnotico e circolare, riesce a regalare all’ascoltatore sensazioni funeree e depressive: a mio avviso è questa la strada da seguire. Per ora godiamoci questo primo malsano vagito della creatura Orchid, in attesa di sviluppi discografici futuri.
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