28-09-2007, Dissesto Musicale – Tivoli Terme (Roma)
Horna
Blacklodge
Vorkreist
The True Endless
Draugr
Perché i concerti black metal li debbano fare sempre in posti non facilissimi da trovare, resta per me un mistero. Ma per me i posti improbabili non hanno mai costituito un problema e un concerto come quello degli Horna, per la prima volta non troppo lontano da casa, costituisce sicuramente un ottimo incentivo per affrontare il viaggio. E così, uscito dalla caoticissima Napoli, si parte per Bagni di Tivoli, posto non lontano dal Teatro dell’Applauso. Bella l’idea di mettere il locale in un fabbricato isolato, con una terrazza fuori dove potersi anche sedere, nel caso…
Ad aprire il concerto troviamo i DRAUGR, gruppo black con influenze folk abruzzese nel quale milita anche Svafnir, già dietro al progetto omonimo. C’è da dire che questo personaggio, insieme all’altro suo gruppo e agli Sturmkaiser, sembra essere quasi sempre presente nei concerti romani, scelta che, personalmente, non condivido. La proposta musicale non è delle più esaltanti, perché la parte black non incide a dovere, mentre quella folk sembra messa lì quasi a caso, senza che se ne avverta davvero la necessità. Il gruppo cerca di coinvolgere quanto più possibile il pubblico, che, però, resterà freddo per quasi tutta la serata. Un inizio di concerto non proprio dei migliori, per quanto mi riguarda.
A seguire troviamo i THE TRUE ENDLESS, band storica del sottobosco italico, fautrice di un black metal old style che, su disco, non mi ha mai colpito più di tanto. Ma dal vivo il discorso cambia, perché la band appare molto compatta, determinata ed affiatata, un gruppo che tiene il palco in maniera più che adeguata e con un suono ottimo, nonostante le dimensioni ristrette del locale, che permette di far capire ogni singolo passaggio, grazie anche ad un basso corposo e ben in evidenza. Una prova molto convincente, che si perde solo, a mio avviso, nella cover di “Freezing Moon”, difficile da riproporre, come tutte quelle dei vecchi Mayhem.
E’ poi il turno dei VORKREIST, band che propone un infuocato black/death (poco death, per fortuna), che riesce a scuotere un po’ il pubblico. Del resto, la proposta è molto valida, assestandosi su territori cari sia ai Behemoth di metà carriera (quelli di “Satanica” e “Thelema.6”, per intendersi) sia a sonorità più tipicamente norvegesi. La band tiene egregiamente il palco, non risparmiandosi, offrendo uno show molto coinvolgente, con tutti i membri pronti a sbattersi. Le canzoni si susseguono incessanti, sempre su ritmi molto sostenuti. Alla fine dell’esibizione tanto il gruppo quanto il pubblico appaiono visibilmente soddisfatti.
Poco dopo è la volta dei BLACKLODGE, band francese che vede tra i suoi membri Saint Vincent dei The Arrival Of Satan. Il gruppo propone un industrial/black metal suonato con la drum machine, sulla scia di quanto fatto anni addietro dai Mysticum. La proposta sarebbe interessante, se non fosse per una resa sonora davvero ridicola. I volumi erano bassissimi, più che in una sala prove. Il gruppo, sul palco, si sbatte a più non posso, cerca di incitare il pubblico, ma la resa finale delle canzoni, in sé molto interessanti, decisamente non gioca a loro vantaggio.
E, per finire, il piatto forte della serata, i finlandesi HORNA, band che ho sempre seguito con molto interesse per via del suo deciso attaccamento al black tradizionale. Una band, quella guidata da Shatraug e Corvus, che ha sempre sfornato ottimi dischi ed offerto ottimi show. Preceduti dall’intro di “Hiidentorni”, i nostri prendono posto sul palco, per attaccare con una canzone del nuovo album (una sorta di tributo ai Bathory), che riesce, finalmente, a scuotere il pubblico, che inizia a pogare selvaggiamente (non sono un sostenitore del pogo, ma meglio quello che l’immobilità totale). Tra le varie canzoni proposte dal gruppo “Kuoleva Lupaus”, “Haudankylmyyden Maille” e “White Aura Buried In Ashes”, tutte eseguite in maniera perfetta, con Corvus e compagni scatenati, esattamente come quando li vidi per la prima volta cinque anni fa a Limena, insieme ai Taake. Peccato solo che il loro concerto sia durato poco. Ma era anche piuttosto tardi, per cui, forse, si è resa necessaria una riduzione della scaletta, chissà… Quale che sia la ragione, il loro show è stato veramente un piacere per gli occhi e per le orecchie.
Come aneddoto, va detto che la bassista dei Vorkreist, visibilmente ubriaca (come il resto del gruppo), cercava di far accoppiare un imbecille avellinese con una chiattona veramente inguardabile… Anche questo è black…