Band canadese originaria di Ross Bay, attiva dal lontano 1984, i Blasphemy non hanno certo bisogno di presentazioni, data la fama di cui godono a livello underground e l’oscuro alone di culto che da sempre li circonda. Il gruppo capitanato dal singer e bassista Nocturnal Grave Desecrator And Black Winds ha dato alle stampe soltanto due full length – “Gods Of War” e “Fallen Angel Of Doom…”, due pietre miliari –, preferendo concentrarsi sulla qualità piuttosto che sulla quantità delle uscite e fregandosene delle logiche di mercato. Questa attitudine intransigente e l’estremismo musicale senza compromessi hanno reso i nostri un punto di riferimento ed una fonte d’ispirazione per centinaia di gruppi. I Blasphemy uniscono in un morboso e satanico abbraccio il black metal più grezzo e primitivo ed il death più brutale e violento, il tutto condito con dosi di grind folle e cacofonico: di questa miscela malefica, così esplosiva e bestiale, i Blasphemy possono a buon diritto considerarsi i primi ed insuperati artefici. Questo “Live Ritual-Friday The 13th” immortala un’esibizione dal vivo tenutasi a Vancouver il 13 (venerdì) luglio 2001 e rappresenta l’unico live ufficiale del gruppo, pubblicato anche per contrastare il proliferare di bootleg non autorizzati. La band esegue tutti i suoi classici con una forza devastante, registrando in presa diretta e senza alcun orpello produttivo. Si sente tutto senza soluzione di continuità: dalle prove che precedono l’esecuzione dei brani, alle urla del pubblico, ai commenti tra un pezzo e l’altro. L’atmosfera che trasuda da ogni nota è proprio quella di un concerto in qualche locale fumoso e male illuminato. La resa sonora è volutamente raw e non ha nulla a che vedere con le iperproduzioni plastificate che oggi vanno per la maggiore anche in ambito black. I Blasphemy sparano in faccia ai presenti uno dopo l’altro e con compiaciuta ferocia i loro cavalli di battaglia: dalle luride schegge impazzite di “War Command” e “Atomic Nuclear Desolation” al ritualismo macabro e perverso di “Desecration” e “Hording Of Evil Vengeance” è un susseguirsi di pugni nello stomaco e crudeltà gratuita vomitata in faccia agli ascoltatori con inaudita potenza. Ogni canzone è una micidiale mazzata sui denti che annuncia l’olocausto nucleare prossimo venturo: “gods of war, nuclear war!”. Un disco che odora di zolfo e rappresenta una sorta di best of di uno dei gruppi più influenti (e coverizzati) della scena estrema; probabilmente un live che, per importanza storica, è secondo solo al “Live In Leipzig”. Che il rituale abbia inizio…
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