La one man band svedese sforna il suo primo full-length firmato No Colours. “Beyond the Light” viene classificato nel genere “suicidal depressive black metal”, definizione che rende più o meno l’idea delle sonorità proposte nel cd in questione. Al di là delle etichette, che spesso possono fuorviare l’ascoltatore, ci troviamo di fronte a un album appena sufficientemente valido, che presenta, a mio modesto parere, ottimi spunti ma soprattutto passaggi deludenti. L’opener “Lifeless” è una delle tracce più scadenti, costruita su acuti e “mielosi” riff di chitarra che a lungo andare infastidiscono con la loro stucchevole ripetitività. La seconda “I Cry” per fortuna si mantiene su livelli più alti, presentando dei ritmi decisamente più veloci che intorno ai 3 minuti subiscono un improvviso arresto per dare spazio a sonorità più lente tipicamente depressive -e indubbiamente più azzaccate rispetto alla precedente traccia- che si alternano a parti più veloci. A seguire la traccia più lunga di tutto l’album -otto minuti circa-, traccia che dà molto spazio alle tastiere ma che risulta comunque abbastanza anonima a causa della sua eccessiva uniformità. La quarta “As Night Falls” sembra riprendere il tema dell’opener, risultando quasi superflua. Ecco finalmente un brano che sembra risollevare il livello dell’album: “I Close My Eyes to the World”. Dopo un inizio abbastanza scialbo la song volge verso una lenta melodia dalle tinte malinconiche, che si ripete per tutta la durata della traccia, subendo anche una lieve accelerazione, ma che incanta a tal punto da non risultare mai noiosa. Peccato solo che quella che considero la traccia più valida di tutto l’album sia anche quella più breve rispetto alle altre… La sesta “And I Shall Exist No More”, ha letteralmente sconvolto i miei sensi -già molto provati dopo mezzora di ascolto-. La song si apre con un arpeggio di chitarra, accompagnato da voce sussurrata, degno di una funzione religiosa, assolutamente fuori luogo e irritante, almeno per la sottoscritta. A concludere l’album, la title track “Beyond the world”, interamente strumentale e alquanto insignificante. Purtroppo questa release lascia molto amaro in bocca, anche se oggettivamente può non essere un cattivo album, e l’avrei di certo apprezzato maggiormente se avesse seguito lo stile della quinta “I Close My Eyes to the World”. Consigliato esclusivamente agli amanti del genere in questione. In fondo la definizione “suicidal” calza a pennello (…)
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