I Kjeld sono un quintetto olandese nel quale militano membri dei più noti Lugubre. I nostri esordiscono con questo mini cd che mette in mostra una band dalle buone potenzialità esecutive e compositive. Lo stile é un black metal granitico e sulfureo, caratterizzato da un songwriting tagliente e criptico, riconducibile a grandi linee alla corrente del così detto religious ed in particolare a gruppi come Averse Sefira, Ondskapt e primi Watain (fatte ovviamente le debite proporzioni). I nostri hanno però un approccio più immediato e selvaggio, che nei momenti più tirati richiama alla mente gli Immortal del debutto. L’opener e title track é un po’ il manifesto della proposta musicale del combo orange: una discesa agli inferi di undici minuti, costellata da numerosi cambi di tempo ma incredibilmente compatta e ben equilibrata tra assalti feroci e brutali e sinistre linee melodiche. La successiva “Ivich Libben” si muove sostanzialmente sulle medesime coordinate ed é graziata da un riff portante davvero egregio. Buona la prova del singer Asega ed in generale di tutta la band, con particolare menzione per la sezione ritmica (Fjildslach alla batteria e Swerc al basso), incredibilmente precisa e maligna. Calzante la produzione, polverosa il giusto, che incrementa il feeling malsano e perverso delle note. Diciassette minuti non sono molti per giudicare un gruppo, ma sono sufficienti per affermare che i Kjeld hanno le carte in regola per potersi ritagliare il proprio spazio all’interno dell’affollatissima scena underground estrema.
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