Ep omonimo per questi tre teppisti finlandesi che, nonostante la giovanissima età, appena ventenni, tra ep, split e full lenght sono già alla quinta uscita discografica. Sotto le ali protettive della Werewolf Records, tirano fuori un ep composto da quattro tracce, di cui tre provenienti dalle due precedenti uscite discografiche, totalmente riregistrate, più un brano inedito. Tra svastiche, teschi, nazismo e quant’altro possa essere trash e becero, i Morgal ci sguazzano come porcellini nel fango. Tuttavia la proposta non si discosta dalle precedenti uscite discografiche ma viene maturata e ripulita mantenendo il trademark della band, un black metal di puro stampo nordico, violento, dannatamente maturo, fresco e guerrafondaio, ma mai come questa volta vengono enfatizzate le linee melodiche e spiccano oltremodo un guitarwork davvero sopra le righe e un drumming da dieci e lode, considerato che il piccolo polpo dietro le pelli ha a malapena vent’anni!
I riferimenti alla vecchia scuola sono presenti ad ogni angolo di questo ep. Che si tratti di black old school o di riferimenti al metal classico, i Morgal li vanno a prendere a piene mani e li mischiano in un calderone tirando fuori una pozione infernale. Con “Blood Of Atazoth” si capisce sin da subito che questi tre demoni in face painting hanno alzato l’asticella, la voce di Lord Warmoon ci appare decisamente più sicura e decisa (una delle migliori sentite ultimamente) mentre il drumming imbestialito pare provenga da un veterano della scena. Stesso discorso per gli altri due brani riregistrati, “Mistress Of Blood” e “The Black Goddess”, leggermente modificati ma non snaturati rispetto alle versioni originali e di sicuro più potenti e maturi.
Mi ha stupito invece l’inedita “Warcry Of The Vampire”, con suo marziale incedere che alterna blast a rallentamenti e un retrogusto da cavalcata epica che potrebbe pure ricordare i Manowar o i Maiden più battaglieri, il tutto inframmezzato a break acustici di rara bellezza. Quattro tracce una meglio dell’altra, che quando finiscono fanno venire voglia di riascoltarle, in attesa di un nuovo album che, se le premesse sono queste, potrebbe davvero regalarci una delle future sorprese in ambito black melodico. Incredibile come la giovane età in questo caso sia solamente anagrafica.
I Morgal sono ampiamente promossi e un plauso va a questi tre giovanissimi vandali, con l’auspicio che continuino su questa strada dannata. Disco consigliato a chiunque ascolti metal estremo, a prescindere che sia oltranzista o meno. Il voto alto è completamente giustificato dall’effettiva qualità di questo dischetto che, una volta schiacciato play, spereresti non finisca mai. Un viaggio negli inferi di sola andata, in prima classe.