Nuova uscita in casa Adragard e nuovo tassello compositivo per questo progetto abruzzese, ora diventato un duo e tornato stabilmente in attività dopo circa un decennio di assoluto silenzio. I nostri in questo lavoro proseguono sostanzialmente il discorso iniziato nel precedente demo “Neverending Necro Void”, uscito nel 2009 e i cui quattro pezzi sono qui contenuti, avendo ormai abbracciato definitivamente uno stile che cerca di unire la furia gelida e iconoclasta tipica del black metal degli esordi con suggestioni vagamente moderniste. Il songwriting é classico e si rifà a mostri sacri come primi Gorgoroth, Mayhem e Darkthrone, rivisti però alla luce di una sensibilità deviata e malsana, che accentua in modo quasi ossessivo l’elemento caotico, originando una cacofonia morbosa davvero ostica da digerire anche per l’orecchio più allenato alle sonorità estreme. La band vuole però anche dare ampio sfogo alle proprie ambizioni più sperimentali, che sfociano in territori già esplorati in passato da gruppi come Aborym, Diabolicum e Abruptum: ecco allora squarci di ambient sinistro e claustrofobico accanto ad episodi oscuri ed apocalittici dal sapore noise-industrial ed ecco giustificato l’uso della drum machine, programmata spesso a velocità molto sostenute, che pare non coniugarsi perfettamente con l’intento di recuperare il sound più autentico del black metal vecchio stampo. Siamo di fronte ad un lavoro di non semplice assimilazione, che va comunque premiato per il tentativo di uscire dai consueti schemi, ancora più coraggioso se confrontato con il piattume a tratti desolante di gran parte della scena underground, ma che avrebbe a mio avviso tratto giovamento da una più scrupolosa cura nella produzione (in particolare nel bilanciamento tra strumenti e voce) e da una durata inferiore, per scongiurare la ripetitività di alcune soluzioni e garantire una maggiore concentrazione di violenza e delirio esecutivo. Da ascoltare, e da seguire come via maestra per il futuro, la tetra “Corvorum Cibaria”, dai risvolti quasi doom, la ferocissima “Breathing Misery” e la folle “Catatonic Negativism Of Freedom Delirium (CoprosPhagein)”.
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