AURA NOIR,
21-09-2011 – Circolo Degli Artisti, Roma
Gli Aura Noir sono una band storica e interessante che ha sempre militato nell’underground, senza mai venirne fuori ma anche senza affondare; la fusione di elementi Thrash e Black è quantomeno vincente, se consideriamo il contesto live. La loro discesa nella capitale è stata accolta con entusiasmo, anche considerando lo scemare di eventi di qualità nel centro Italia durante questi mesi. La location scelta, il Circolo Degli Artisti, è un luogo molto piacevole ma poco adatto a ospitare concerti di questo genere. Senza contare l’organizzazione praticamente nulla dell’evento, con l’assenza di gruppi spalla e di merchandise adeguato, prezzi alle stelle e qualità del suono relativamente bassa. Per non parlare della promozione dell’evento, praticamente nulla.
La band norvegese, dunque, è l’unica a suonare. E da subito si capisce che il pubblico del grande evento latita, come spesso accade in una Roma musicalmente ancora arretrata o legata a preconcetti stilistici deleteri. Diciamo che si possono contare circa 100 presenze.
Focalizziamo l’attenzione sui musicisti interessati. Partendo da Aggressor (davvero polivalente, che ha collaborato con i grandi nomi del genere); dopo il grave incidente del 2005 non è in splendida forma, e in sede live suona la chitarra seduto staticamente su uno sgabello. Passiamo all’altro chitarrista, Blasphemer, divenuto famoso per la militanza nei Mayhem, dal vivo molto schivo e statico, anche se tecnicamente ineccepibile. Non ha bisogno di presentazioni neanche Apollyon, monumentale bassista negli Immortal. A differenza dei chitarristi, il buon Apollyon dona colore e personalità alla band che rappresenta in questa sede. L’unico elemento nuovo è il giovane batterista, tale Kristian Valbo, in formazione da quest’anno, che dona al drumming solitamente impreciso e grezzo della band una precisione e una tecnica rispettabili.
Si parte con la recente “Hades Rise”, si passa per una decina di pezzi della fase intermedia della band come “Deep Tracts Of Hell” e “Gaping Grave Awaits”, per concludere con il micidiale duo formato da “Destructor” e “Black Thrash Attack”. Le vocals sono curate da Apollyon (un growling malvagio ma poco potente) con qualche canzone dove si cimenta al microfono anche Aggressor, che ha un piglio più thrashettone nell’impostazione vocale. Diciamo che la tendenza alla soluzione orientata al Black è prediletta, anche se qualche stralcio dal sapore ottantiano non manca di certo.
La band concede un bis con “Conqueror” e “Fighting For Hell”, e chiude in bellezza la serata. Concisa ma piacevole, old-style ma non troppo, forse un po’ spoglia a causa della pessima organizzazione. Fondamentalmente meglio esserci stati che no, nei confronti di una band, gli Aura Noir, che effettivamente non hanno niente (di nuovo) da dire, ma nemmeno niente da dimostrare.