Seconda prova per Zenith, oscuro progetto italico dietro il quale si nascondono N. e M., dedito ad una ricerca sonora informe ed elitaria. Questo disco é composto da due lunghissime tracce di circa diciassette minuti di durata ciascuna, che accompagnano l’ascoltatore attraverso un viaggio tra scenari da incubo e deliri mentali, che potrebbe essere definito come la colonna sonora di un immaginario film horror. I nostri arrivano a destrutturare completamente la forma canzone ed eliminano qualsiasi tradizionale punto di riferimento per approdare nei territori della sperimentazione più pura e di ardua assimilazione. “Right Hand Brain” é caratterizzata da atmosfere funeree, da suoni dilatati e pastosi, da squarci chitarristici vagamente riconducibili al doom, da estemporanee note di pianoforte e da una vocina stridula malignamente bambinesca che recita le sue nenie di morte. La successiva “De Orrendo Peto” é probabilmente ancora più indigeribile per chi é poco avvezzo a questo genere di nefandezze sonore, con il suo andamento claustrofobico e le intrusioni noise decisamente disturbanti. Un lavoro ostico e di difficile catalogazione, che riuscirà interessante per quanti apprezzano realtà come Abruptum, MZ412 od anche l’ambient rituale degli Equimanthorn. Decisamente sconsigliato a tutti gli altri.
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