Gli Abbey Ov Thelema (il nome della band è quello della nota abbazia eletta da Aleister Crowley quale centro dei suoi culti magici ed ancora esistente a Cefalù, in Sicilia) sono un duo proveniente dalla Repubblica Ceca, formato da Delgrast, che si occupa di voce, tastiere e programming e Quadrun alle chitarre. Dopo aver dato alle stampe il full length “A Fragment Ov The Great Work” nel 2011, i nostri tornano alla carica con questo “Prelude To Apocalypse”, demo dalla confezione molto professionale, che contiene un solo brano della durata di circa venti minuti. Non è impresa facile descrivere la musica proposta da questa band: per utilizzare delle etichette comprensibili si potrebbe parlare di una sorta di avantgarde black metal unito ad elementi sinfonici ed ambient. Ma questa definizione rende soltanto in parte l’idea perchè il gruppo lascia libero sfogo alle proprie velleità sperimentali, dando vita ad un pezzo dalla struttura fondamentalmente jazz, che pare improvvisato seguendo l’ispirazione del momento. Immaginate gli Arcturus di “La Masquerade Infernale” o i Dodheimsgard di “666 International” od ancora gli Ephel Duath di “Phormula” in preda ad una crisi epilettica ed immersi in visioni oniriche ed acide: questo è quello che suonano gli Abbey Ov Thelema. Il brano è nervoso e spezzettato da continui e repentini cambi di tempo e sembra voler riprodurre una fantasmagoria di emozioni ed immagini dipingendole attraverso linee vocali, di chitarra e tastieristiche che scorrono oblique, isteriche ed apparentemente indipendenti le une dalle altre. Qualcuno potrebbe gridare al capolavoro ed osannare il genio bizzaro nascosto tra le note di questo disco. Personalmente reputo il lavoro senz’altro coraggioso, imprevedibile ed in certa misura originale (ed ecco spiegata la valutazione numerica comunque più che sufficiente) ma al tempo stesso pretenzioso ed eccessivamente barocco; in buona sostanza uno sfoggio formale di tecnica che finisce per risultare fine a sè stesso. L’aggressività c’è ma è annacquata da una produzione che appiattisce troppo i suoni e mette poco in risalto sia le chitarre che la drum machine, a tutto vantaggio delle onnipresenti tastiere. Un’altra pecca è rappresentata senza dubbio dal cantato stridulo ed urlato, davvero poco convincente anche perchè troppo spesso sovrastato dagli strumenti. È invece interessante il concept a sfondo esoterico. Agli Abbey Ov Thelema va in ogni caso riconosciuto il merito di essersi sforzati di creare un caleidoscopico e folle mondo musicale, cercando di dare una particolare rivisitazione di talune sonorità estreme. Probabilmente non comporranno mai il loro “Into The Pandemonium” ma, se sapranno contenere alcune soluzioni troppo cervellotiche, i nostri potrebbero in futuro anche riservarci qualche piacevole sorpresa.
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