Azaghal

0
1230

AZAGHAL + HANDFUL OF HATE + VERATRUM + BURIAN
3/3/2016 Traffic (RM)

Eccoci a parlare di una serata all’insegna del Black Metal in cui i gruppi interessati mostrano diverse sfaccettature del genere, prospettando un concerto variegato, in cui si esibiscono i mostri sacri Azaghal, garanzia di produttività e qualità, e una serie di gruppi italiani tra cui spiccano gli Handful of Hate. Siamo al Traffic, Roma.

Partiamo dai Burian, band di Latina formata nel 2012 con all’attivo un demo e un live album. I brani suonati sono quelli del demo che non avevo mai sentito. Il pubblico è ancora assente, i Burian si presentano sul palco con un impatto visivo ridicolo, sia per la loro corporatura minuta e tutt’altro che scenica, sia per il face painting alla “panda depresso”. Musicalmente sono terribili, potrebbero cercare almeno di andare a tempo col batterista, ma niente. Tecnicamente imbarazzanti, musica minimale ed emotivamente nulla: inutili.

I Veratrum sono di Bergamo e hanno all’attivo un paio di full, un demo e un Ep. Musicalmente sono una fusione molto forzata di Black ferale e Death tecnico, con qualche momento atmosferico. Si presentano con un impatto visivo interessante, face painting e mantellaccio nero per i musicisti e una maschera sinistra per il cantante. Questi musicalmente sanno suonare e si sente, e tengono il palco in maniera convincente. I brani sono molto particolari, ma nel complesso vanno. Migliorerei i passaggi e gli arrangiamenti tra i vari generi proposti. Interessante il fattore teatrale, le liriche che riprendono i grandi poeti nostrani, e altre chicche. Veratrum bene, buona soprattutto la loro creatività.

Gli Handful od Hate non hanno bisogno di presentazioni. Diciamo che la cosa che noto da subito è un impatto smorzato, come se fossero un po’ svogliati, e un suono che sfiora la cacofonia. Praticamente i brani che già in realtà sono tutti simili, e questo è una premessa, sembrano tutti uguali a causa del suono impastato all’estremo. L’unico che si sente è il mostruoso batterista. Da notare infatti un drumming tanto letale e preciso quanto svogliato, il batterista è veramente una macchina, ma penso dovrebbe farsi qualche birra prima di suonare, per sciogliersi un po’ e non sembrare un distinto signore che aspetta l’autobus alla fermata mentre suona roba a 300 di metronomo. Complessivamente mi aspettavo di più da una band così osannata nel nostro paese e che ha all’attivo tanti dischi.

Il pubblico è ora abbastanza nutrito, anche se da tempo questi contesti mi deprimono. In primo luogo non tollero questa sobrietà che aleggia nell’aria, senza contare la mania di fare filmati e foto con gli smartphone, per cui paghi 15 Euro per vedere il concerto sullo schermo da 3 pollici di un Iphone. Mettendo da parte la misantropia e tolte due tizie che sembrano uscite dai The Flintstones, il resto è nella norma.

Gli Azaghal si presentano sul palco già imponenti e incazzati, e tiro un sospiro di sollievo dopo aver constatato che il suono è praticamente perfetto. Quindi gli ingredienti ci sono tutti per tirare fuori un concerto coi fiocchi. La scaletta è ricca come la discografia della band finlandese, da “Mustamaa”, “Black Terror Metal”, il grande “Perkeleen Luoma“. “De Masticatione Morturom” da “Nemesis” e così via. Il concerto viene aperto da un paio di pezzi del nuovissimo “Madon Sanat”, l’opener e la title track appunto. E comunque tira dritto per un’ora, mostrando momenti strutturati e ispirati, momenti più melodici e riflessivi e roba anche datata e minimale. Comunque l’uscita di JL Nocturnal (un tempo batterista e da sempre chitarrista della band) sostituito da Ruho dei Frogskin, a livello esecutivo non ha creato scompensi. Vedremo col prossimo studio album cosa succederà.

Il concerto finisce, Azaghal grande esibizione, gli altri gruppi così così, altalenanti, promuovo solo i Veratrum.