I Veer sono un quintetto ungherese, che aveva iniziato la propria carriera con il nome di Ravenshades e che esordisce sulla lunga distanza con questo “The Measure Of Waste”. I nostri propongono un black metal decisamente canonico, che varia tra i classici passaggi gelidi e furiosi in stile norvegese e momenti più rallentati ed intimisti, ai confini del più puro depressive. Il riffing è molto elementare e scarno e non presenta picchi particolarmente esaltanti: la band si limita a svolgere il compitino, e lo fa con sufficiente attitudine ma con scarsa personalità. Di volta in volta vengono chiamati in causa Khold, Darkthrone, Anti e Forgotten Woods e si ha sempre l’impressione che il disco non riesca mai a decollare. Qualche pezzo risulta anche piacevole, come la macabra ed ossessiva “Obsessed In Peace Of Mind” o l’oppressiva e claustrofobica “…All This Things Will End”. La cosa migliore della release – che contiene canzoni risalenti in realtà al 2009 – è probabilmente il cantato del singer Jim Jones, che si produce in uno screaming molto tagliente e strozzato. Per il resto l’album scorre senza troppi sussulti ed una volta giunti al termine ben difficilmente si proverà il desiderio di premere ancora il tasto play. Un lavoro decente che tuttavia altro non è che un bignami non troppo riuscito delle più note correnti del black metal grezzo e minimalista. In giro c’è molto di meglio (ma purtroppo anche di peggio).
