Seconda fatica sulla lunga distanza per gli Elimi, giovane band svedese che aveva debuttato nel 2008 con il discreto “Summoned From Ashes”, disco interessante ma decisamente ancorato agli stilemi tipici del true black metal dei primi anni novanta, senza particolati sussulti creativi. E sulle medesime coordinate stilistiche si muove anche questo “Asylum”, che difetta ancora di personalità ma dimostra una certa crescita compositiva da parte di questo gruppo, interessato ad inglobare nella propria musica influenze provenienti dal filone del così detto religious bm. Se il riffing e le linee di chitarra richiamano i primi Gorgoroth e Mayhem, l’atmosfera morbosa evocata dalle note, il feeling macabro ed oppressivo e le liriche di stampo filosoficamente satanista sono accostabili a bands come Orcivus, Rev 168, Valkyrja ed Ondskapt. I pezzi sono tutti piuttosto lunghi ed elaborati ed alternano abbastanza efficacemente sfuriate glaciali di matrice classica a passaggi più cadenzati e marziali, caratterizzati da un songwriting roccioso e granitico. La sezione ritmica fa la sua parte senza sbavature, grazie ad un basso dai suoni profondi e ad una batteria sempre precisa e potente nel sottolineare i cambi di tempo. La produzione è tutt’altro che approssimativa; anzi decisamente heavy e professionale. L’ascolto di questo lavoro non riserva però particolari sorprese a chi è avvezzo al genere di sonorità sopra descritte, ovvero ad un black metal che guarda al futuro senza tuttavia dimenticare le proprie radici. Gli Elimi danno l’impressione di essere una band preparata, con buoni mezzi tecnici a disposizione ed un’attitudine palpabile, ma ancora troppo legata ai propri modelli di riferimento. Sarà il terzo album (solitamente quello della verità) a dirci se i nostri sono destinati ad emergere o a restare nel limbo dei gruppi fotocopia.
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