The Undergrave Experience è un’oscura one man band italiana, qui al suo debutto, che rappresenta l’evoluzione del progetto dark ambient minimale Dump. Questa nuova incarnazione esplora sonorità affatto differenti e si avventura nei territori del più cupo e disperante funeral death doom, genere musicale del quale rispetta i canoni in modo quasi maniacale (due pezzi per più di quaranta minuti di durata), costruendo strutture dilatate ed angoscianti, dall’andamento pachidermico, fangoso e diabolicamente avvolgente. I principali punti di riferimento compositivi possono essere individuati piuttosto facilmente in gruppi come Esoteric, Evoken, Skepticism, Nortt, Funeral e Tristitia. Lunghe e trascinate note di chitarra, una sezione ritmica che tesse trame lente fino all’inverosimile ed un cantato, per la verità non molto presente, in un growling cavernoso e catacombale. Qualche nota di pianoforte, a volte struggente a volte eccessivamente stridula, e qualche plumbeo squarcio ambient completano il quadro di una release che non lascia intravedere neppure uno spiraglio di luce. Un monolite nero pesantissimo e difficile da assimilare, se non ci si trova nello stato d’animo adatto, anche per chi è avvezzo a questo genere di suoni così dilaniati, grigi e malinconici. The Undergrave Experience interpreta gli stilemi del sottogenere prescelto, che di per sè non lascia molto spazio all’originalità, in modo assolutamente conforme alla tradizione codificata negli anni scorsi dai gruppi sopra citati, risultando comunque abbastanza efficace nel centrare l’obiettivo prefisso, ovvero condurre l’ascoltatore in un viaggio claustrofobico ed esasperante senza alcuna via d’uscita. Abbiamo quindi tra le mani una discreta epitome delle regole del funeral: formalmente ineccepibile, ben prodotta e dall’attitudine indiscutibile.
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