Ad un anno esatto dall’uscita del debutto “Il Sentiero Degli Dei”, pubblicato appunto nel 2017, esce, sempre sotto l’egida dell’etichetta indipendente Lighten Up Sounds e sempre in formato tape ed in edizione limitata, il secondo capitolo discografico dell’italianissimo progetto La Tredicesima Luna, che di quell’esordio rappresenta lo sviluppo stilistico e concettuale. Il tema del viaggio, reale e soprattutto interiore, alla scoperta di nuovi mondi e soprattutto alla scoperta della più autentica essenza, continua ad essere al centro della poetica musicale di Matteo Brusa, mente e motore di questa interessante realtà (ma anche dell’altrettanto interessante progetto Medhelan). “Oltre L’Ultima Onda Del Mare” prosegue il discorso del suo predecessore, questa volta attraverso la metafora dell’acqua, invitando l’ascoltatore a riempire di significato i minimali e flebili intrecci tastieristici, che rappresentano in gran parte la struttura sulla quale poggiano i due lunghi episodi in cui è diviso l’album. “Le Terre A Ovest” sembra rievocare suggestioni di derivazione tolkeniana: il lento ed ipnotico pulsare del synth, che pare richiamare proprio lo sciabordio delle onde, personalmente mi ha fatto pensare alla partenza di Frodo nel finale de “Il Signore Degli Anelli” (verso Ovest, in effetti, e verso il suo ineluttabile destino, che non gli permetteva di godersi la tranquillità casalinga una volta tornato nella Contea).
La seconda e conclusiva “La Solitudine Del Mare Infinito” si dipana attraverso una triste e morbida linea di tastiera, che crea un senso di attesa quasi palpabile, fino all’esplodere di una chitarra ventosa ed ossessiva che, sempre accompagnata dalle note del synth, dà corpo ad un effetto dal sapore vagamente burzumiano: la bufera si è scatenata, il mare è in tempesta e non resta che rassegnarsi al proprio destino, abbandonandosi alla forza della natura, senza possibilità di salvezza. Non credo abbia molto senso analizzare con un approccio oggettivo un lavoro come questo, perché ritengo che l’intento del nostro Matteo sia proprio quello di favorire la meditazione e l’introspezione dell’ascoltatore, che ognuno potrà sviluppare a suo piacimento, in linea con le sensazioni suscitate dalla musica: quelle che ho tentato di descrivere sopra sono le associazioni e le immagini che questa ideale colonna sonora mi ha risvegliato, senza pretesa di esaustività. Stilisticamente si potrebbero fare accostamenti con lavori come “Crypt Of The Wizard” di Mortiis o “Lost Tales” dei Summoning o (perché no?) perfino con “Filosofem” di Burzum. Per quanto restino comunque accostamenti opinabili, “Oltre L’Ultima Onda Del Mare” potrà piacere soprattutto a chi apprezza il filone dungeon synth nelle sue varie ramificazioni medieval-fantasy o più radicalmente ambient. Non mi resta quindi che augurarvi buon viaggio. “Salpammo verso ovest, seguendo quel canto che da sempre infiammava i nostri cuori. La voce dei nostri Padri. Il richiamo degli Dei immortali. Il vento gonfiava le vele e le nostre speranze, ma in cuor nostro sapevamo che non avremmo mai fatto ritorno”.