Gli Evol, band ormai defunta della quale facevano parte membri dei più noti Abhor e Death Dies, nel corso dei (giustamente) tanto celebrati anni novanta, avevano saputo ritagliarsi il loro rispettabile spazio di culto nell’ambito della scena underground nostrana, proponendo un black metal dalle tinte fortemente medievali e folkeggianti, che ancora oggi non mi pare abbia termini di paragone nel panorama italiano. “The Saga Of The Horned King” è il loro esordio sulla lunga distanza e descrive una storia di stampo fantasy mescolata a tematiche arcane e sataniste, ambientata in un medioevo fantasioso popolato da streghe, cavalieri e creature demoniache. A farla da padrone sono le tastiere, che tessono trame semplici e lineari, dando corpo ad un’atmosfera magica e sospesa fuori dal tempo: a livello di attitudine (non prettamente musicale) un accostamento potrebbe essere fatto con gli austriaci Summoning. L’elemento ambient è per lunghi tratti predominante, funzionale com’è allo sviluppo della narrazione: si tratta di squarci minimali e rumori della natura, che richiamano alla mente progetti come Fata Morgana o il primo Mortiis, alternati a passaggi folk dall’andamento quasi allegro, come “The Eve” o “The Feast”, che non è nient’altro che la rivisitazione di un’antica tarantella. Le parti più canonicamente metal hanno un andamento molto ottantiano e presentano marcate influenze doom; alle voci vi è invece un’alternanza tra sensuali female vocals recitate ed un più classico screaming raschiato e sibilante: il tutto conferisce al disco un approccio esoterico ed a suo modo epico. Un lavoro senz’altro da riesumare per riscoprire una testimonianza della musica estrema di casa nostra.
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