“Images Of Forgotten Memories” rappresenta l’esordio sulla lunga distanza per gli svedesi The Equinox Ov The Gods, band sui generis nel panorama estremo scandinavo, nata nel 1989 e dedita ad una sorta di doom/gothic metal con venature dark, plumbeo ed oscuro, che fa delle atmosfere cupe, meste e decadenti il suo punto di forza. Il gruppo con questo full length riesce nell’intento, grazie ad una manciata di canzoni pressochè perfette, elaborate su strutture molto lineari e addirittura prevedibili, devote alla classica forma strofa-ritornello, ma che risultano estremamente efficaci proprio in virtù della loro immediatezza e semplicità. Qualche elemento diversificatore mantiene desta l’attenzione dell’ascoltatore: lugubri inserti di pianoforte, lievi note di chitarra acustica, sporadiche female vocals eteree e mortifere ad un tempo. A metà strada tra My Dying Bride e Fields Of The Nephilim, con influenze ben radicate nella new wave dei primi anni ottanta, i nostri si giovano del cantato declamato e magniloquente del leader Fredrik Wallin, che, con la sua voce pulita dall’impostazione teatrale, contribuisce non poco a conferire ai pezzi quel feeling sognante, magico e crepuscolare che è il marchio di fabbrica di questo lavoro. La marcia funebre “Welcome Home…”, la catacombale e desolante “Necropolis” e “Death Wish”, con le sue tetre melodie che sembrano uscite direttamente dai primi dischi dei The Cure, sono gli episodi migliori del lotto, benchè tutti i brani, salvo qualche eccezione, risultino freschi ed ispirati. La produzione dai suoni ovattati, tipica delle registrazioni dell’epoca, non è un ostacolo per chi mastica questo genere di sonorità. Un’opera da gustare lentamente come un buon vino; l’ideale colonna sonora per qualche piovoso pomeriggio autunnale.
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