Quinto album per i finlandesi Barathrum, band capitanata dal leader Demonos Sova (basso e voce) ed attiva dal lontano 1990, da molti misconosciuta ed a torto sottovalutata. I nostri hanno da sempre proposto una loro personale visione del metal estremo, forse per alcuni indigesta perchè fuori dai consueti canoni darkthroniani, nella quale trovano posto influenze abbastanza disparate: si va dal proto black metal di ottantiana memoria (Hellhammer, Celtic Frost, Venom), che innerva le composizioni e ne rappresenta l’anima principale, al thrash abbondantemente sporcato di black (per fare dei nomi: Desaster, Incriminated, Countess), al doom più maligno e grezzo (in alcuni frangenti sembra quasi di ascoltare i Beherit più cavernosi). Queste in estrema sintesi le coordinate musicali di questo lavoro e del resto della discografia dei Barathrum. I pezzi sono davvero semplici e di una linearità quasi disarmante, costruiti su una manciata di riff secchi e ruvidi ai quali fa da perfetto contraltare una sezione ritmica precisa, senza particolari guizzi ma puntuale nel dare corpo soprattutto ai momenti più cadenzati, durante i quali è pressochè impossibile trattenere l’headbanging. La musica dei Barathrum si nutre di molteplici suggestioni e le rielabora ottenendo un risultato senza fronzoli e dannatamente efficace, che a qualcuno potrà sembrare forse un po’ datato nella concezione, nei suoni e nell’esecuzione. Date comunque credito a questo gruppo e recuperate questo disco: la cupa e sinistra “Melancholy, Infinity, Agony” e le trascinanti “Helluva Agitator”, “Regent Of Damnation” e “Saatana” sapranno conquistare quanti guardano con nostalgia alla vecchia scuola.
Sign in
Welcome! Log into your account
Forgot your password? Get help
Password recovery
Recover your password
A password will be e-mailed to you.