I canadesi Revenge esordiscono sulla lunga distanza nel 2003 sferrando agli ascoltatori un deciso pugno nello stomaco che risponde al nome di “Triumph.Genocide.Antichrist”. Il duo formato da T.Read e P. Helmkamp riprende il discorso musicale intrapreso con la sua prima incarnazione – i seminali Conqueror – e, se possibile, ne estremizza ulteriormente alcuni aspetti raggiungendo vette di ferocia inaudita. War black metal brutale e belluino, che per qualcuno potrà risultare decisamente ostico e si traduce in un assalto frontale senza un attimo di respiro: questo disco è davvero un concentrato di violenza incontrollata e procede senza pietà, come un panzer che schiaccia cumuli di cadaveri, facendosi forte di riffoni incredibilmente rozzi, grassi e polverosi, di un cantato che è nient’altro che un grugnito soffocato e di una produzione confusa ai limiti della cacofonia. Tutto nella miglior tradizione della francese Osmose, casa discografica che da sempre ha rivolto la propria attenzione verso i prodotti più estremi. In mezzo a tanta bestialità gratuita si potranno cogliere riferimenti al thrash ottantiano di Sodom, Kreator e Sarcofago ed al metal of death più cavernoso di gruppi come Von, Archgoat e Proclamation. I Revenge sono tra i capifila incontrastati di questo genere ed a buon diritto: era dai tempi di “Fukk” dei Sadistik Execution che non usciva un album così annichilente e distruttivo. Ossa umane, filo spinato, cartucciere, maschere antigas e guerra totale: questo sono i Revenge e questo loro primo malefico vagito è il manifesto esplicito della loro attitudine senza compromessi.
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