Non indispensabile ma senz’altro interessante, questo primo capitolo della trilogia “Rasluka”, la cui terza parte non è stata ancora realizzata. La soave melodia del flauto di “Introduction – in Stillem Gede” ci introduce ai tre pezzi successivi che compongono questo mcd, i quali non aggiungono nulla di nuovo alla proposta di Nargaroth, ma che dimostrano ancora una volta le ottime capacità compositive e la genialità di un artista che puntualmente colpisce nel segno. Il mood segue la scia dei precedenti lavori, alternando parti cadenzate e nostalgiche a violente sfuriate black. Ottima la prima “..Und Ich Sah Sonn’ Nimmer Heben”, con i suoi continui cambi di tempo e un guitar riffing melanconico e avvolgente; sicuramente l’episodio migliore dell’album. Singolare dedica a Bon Scott degli AC/DC nella conclusiva e rabbiosa “…Vom Freien Willen Einen Schwarzen Einhorns”, la quale comincia con degli spezzoni di servizi radiofonici dedicati alla scomparsa del cantante, e si conclude con la voce dello stesso Kanwulf che parla di Scott. Buona come sempre la produzione, mai cristallina né eccessivamente grezza, che si adatta perfettamente a questo genere di sound. Da notare che l’album gode della più folta line-up utilizzata da Kanwulf, che si avvale di altri due elementi per la registrazione di questa piccola perla nera, che si aggiunge con successo alla discografia di un sempre più prolifico Nargaroth.
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