Giungono al debutto sulla lunga distanza, dopo una serie di demo ed ep, i transalpini Insane Vesper con questo “Abomination Of Death”, disco che segna un’evidente maturazione della band rispetto alle prove offerte in passato, le quali lasciavano comunque intravedere ampi margini di miglioramento dal punto di vista sia compositivo che esecutivo. I nostri non hanno tradito le aspettative e hanno dato vita ad un lavoro granitico e massiccio, riuscendo ad incanalare nei giusti binari la loro furia blasfema ed iconoclasta e potendo finalmente beneficiare di una produzione potente, precisa e chirurgica. Il gruppo continua sostanzialmente a muoversi seguendo le coordinate stilistiche del così detto religious black metal ma siamo abbastanza distanti dagli arditi e criptici sperimentalismi dei connazionali Deathspell Omega, che comunque rappresentano un fondamentale punto di riferimento per il songwriting del disco. Piuttosto gli Insane Vesper cercano di recuperare le radici di questo sottogenere (che è decisamente meno innovativo di quanto si possa pensare) e vanno direttamente alla fonte di ogni abominio, ovvero i Mayhem di “De Mysteriis Dom Sathanas” compiendo un percorso simile per alcuni versi a quello degli ultimi Watain e Marduk od anche dei nostrani Black Faith. Il riffing alla Euronymous è calato in un’atmosfera macabra e demoniaca, che si nutre delle suggestioni di certo satanismo filosofico, ed è efficacemente mescolato ad influenze di derivazione marcatamente death, che richiamano alla mente gruppi come Aosoth o Arkhon Infaustus. Nulla di nuovo nell’oscurità delle tenebre più profonde ma gli Insane Vesper riescono a realizzare un’opera grave come un macigno, che travolge l’ascoltatore come uno schiacciasassi, riuscendo in svariati momenti anche ad entusiasmare pur in assenza di particolari slanci di originalità. Gli episodi migliori sono raggruppati nella parte iniziale del disco: “Impious Ceremonies”, “Tearing The Veil” e “Thousand Plagues” sono dei possenti pugni nello stomaco e tengono desta l’attenzione grazie a cambi di tempo improvvisi, rallentamenti catacombali ed aperture di stampo quasi heavy. La seconda parte di “Abomination Of Death”, pur presentando in linea di massima le medesime caratteristiche, è invece meno varia e più monolitica, pregna di feroce violenza. Se siete alla ricerca di black metal vecchio stampo reinterpretato alla luce di una sensibilità più attuale, questo album farà sicuramente al caso vostro: devozione alla scuola classica ma con la necessaria personalità.
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