Vex – Vex

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Esordiscono direttamente con un full length i belgi Vex (da non confondere con molti altri gruppi che portano lo stesso nome), band che vede tra le proprie fila la partecipazione di membri di Verloren e Paragon Impure. Questo debutto autointitolato, registrato agli ormai celebri Necromorbus Studios, si presenta in una confezione digipack molto curata ed in edizione limitata a quattrocento copie. La musica proposta è solo in apparenza originale e si sostanzia in una miscela tra black metal atmosferico e melodico, caratterizzato da ritmi cadenzati e da qualche incursione in territori doom/sludge, e squarci postrock nei quali si manifesta l’anima più riflessiva ed intimista del progetto. Questi ultimi passaggi, dominati da flebili arpeggi acustici e da un cantato in clean vocals mai sopra le righe, pur appesantiti dall’ingombrante presenza del fantasma degli ultimi Katatonia o di certi Opeth, risultano essere quelli più convincenti, riuscendo quanto meno a creare un qualche feeling vagamente malinconico, come avviene ad esempio nella traccia conclusiva del disco, sicuramente la migliore. I momenti più canonici sono invece poco efficaci, non solo e non tanto perchè la violenza e la rabbia paiono latitare quasi completamente, ma soprattutto per un piglio davvero blando e scarsamente incisivo, acuito da una registrazione dai suoni troppo soffocati. Il cantato in screaming che fa la sua comparsa in questi frangenti è poi assolutamente piatto, monocorde e poco espressivo. Il lavoro procede monolitico in una struttura che prevede l’alternanza puntuale tra l’elemento più ortodosso e quello latamente sperimentale e che si ripete identica in ogni canzone, dando spesso l’impressione di una giustapposizione forzata e poco fluida. Tutto sommato, trattandosi di un’opera prima, una sufficienza risicata la si può anche concedere; per il futuro sarebbe auspicabile maggior coraggio, magari con l’abbandono delle trame black e l’avvicinamento a sonorità in stile ultimi Borknagar.