Quarta fatica sulla lunga distanza, dalla copertina evocativamente tolkeniana, per gli svedesi Marduk, che in quegli anni – siamo nel 1996 – andavano velocemente consolidando la loro fama di cult band in ambito black metal, imponendosi all’attenzione della scena underground tanto quanto i colleghi provenienti dalla vicina Norvegia. “Heaven Shall Burn… When We Are Gathered” è il primo album che vede la partecipazione dietro al microfono del carismatico Legion, cantante che con la sua timbrica demoniaca e tagliente costituirà un marchio di fabbrica nei dischi di maggior successo del gruppo. Questo lavoro è pregno di violenza oscura e senza compromessi e segna un distacco piuttosto netto rispetto al predecessore, il buonissimo “Opus Nocturne”, allontanandosi in maniera evidente dalle atmosfere sulfuree e rituali che dominavano questa e le precedenti opere dei Marduk e rappresentando una sorta di ponte verso la distruzione totale dei successivi “Nightwing” e “Panzer Division Marduk”: insomma un perfetto tratto di congiunzione tra le sonorità del vecchio e del nuovo corso della band. Le canzoni sono costruite sul riffing granitico ed assassino di Morgan Steinmeyer “Evil” Håkansson e sul drumming forsennato ed implacabile di Fredrik Andersson ed è tutto un susseguirsi di schegge di satanica ferocia e di pugni nello stomaco, senza un solo minuto di respiro: “Beyond The Grace Of God”, “Infernal Eternal”, “Darkness It Shall Be” e “Legion” sono altrettante esplosioni di furia iconoclasta e diventeranno dei cavalli di battaglia nelle esibizioni live della band. Menzione speciale per due brani semplicemente superbi, tra i migliori mai scritti dai nostri, ovvero “Glorification Of The Black God” e “Dracul Va Domni Din Nou In Transilvania”: il primo è uno dei più blasfemi, pomposi e magniloquenti omaggi al maligno di tutto il black metal nordico mentre il secondo è una cavalcata epica e sinistra dedicata alla figura, storica e leggendaria insieme, di Vlad Tepes. L’impatto dei pezzi è reso ancora più devastante dalla perfetta produzione targata Abyss Studio, che conferisce potenza ai suoni senza renderli eccessivamente levigati. Questo è senza dubbio un album importante nella lunga carriera di uno dei gruppi più noti, influenti ed imitati, che ha saputo lasciare il segno nella musica estrema con alcune pietre miliari. In definitiva un concentrato di malefica devozione. Death to peace!!!
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